Questa mattina ci siamo svegliati, dopo il sonno della notte, avvolti nella nebbia; forse, poteva essere spontaneo rammaricarci, perché a Natale è bello che ci sia il sole, oppure la neve che imbianca le nostre strade, le nostre case. Eppure la nebbia, nella quale siamo avvolti, ha qualcosa da dirci di prezioso, proprio nel giorno del Natale. Quando la nebbia si fa fitta è difficile camminare: non si sa bene che cosa abbiamo lasciato dietro, non si sa bene che cosa abbiamo davanti, siamo smarriti, impauriti e la tentazione è fermarsi, rimanere immobili, perché non sappiamo dove andiamo a finire se retrocediamo e non sappiamo dove andiamo a finire se andiamo avanti. Impauriti e smarriti, ci fermiamo. Nella nebbia, però, come è bello quando uno squarcio di sole illumina tutto e il cammino ridiventa chiaro e luminoso; allora, possiamo di nuovo vedere che cosa ci sta dietro e da dove siamo partiti, possiamo guardare avanti, con fiducia, perché intravvediamo il cammino che siamo chiamati a percorrere, e non siamo più immobili; riprendiamo il cammino perché sappiamo da dove siamo partiti e sappiamo dove dobbiamo andare.
Questa immagine che, oggi, per noi è così palpabile perché ci siamo dentro, non è forse un’immagine che ci richiama la grande solennità del Natale, la festa della Natività di Gesù? Egli è proprio la luce che splende nelle tenebre, Egli è la luce che squarcia quell’oscurità che avvolge la nostra vita. Egli è la luce che ci fa vedere da dove siamo partiti, che ci fa vedere dove dobbiamo andare, che ci fa capire dove siamo e la direzione del nostro cammino. Egli è la Luce! Come ci ha ricordato l’evangelista Giovanni, la luce splende nelle tenebre, e oggi noi lo possiamo dire: la luce splende nella nebbia della vita, la luce dirada la nebbia della vita, la luce ci permette di vedere il significato, la direzione, il perché della vita. Egli è la Luce che splende nelle tenebre! Proprio Lui, questo Bambino, il Verbo fatto carne che è venuto ad abitare in mezzo a noi. Il verbo si è fatto carne, Dio si è fatto uomo in un Bambino ed è venuto ad abitare in mezzo a noi; e Lui è la luce che splende nelle tenebre, lo splendore che mette in fuga ogni nebbia della vita.
Ci accostiamo al Verbo che si è fatto carne e rimaniamo in ascolto di Lui. Che cosa significa che Egli è la luce che splende nelle tenebre? Che cosa vuol dire più, in profondità, che Egli mette in fuga la nebbia della vita? Che cosa significa? Ci fermiamo davanti a Lui, che è nato tra noi, e ascoltiamo quello che ha da dire a ciascuno di noi, al cammino della storia, al cammino della vita del mondo. Ecco ciò che ascoltiamo.
“Io sono Dio con voi”. Dio non è più lontano, distante, in un cielo che non conosciamo; Dio non è più indifferente ai problemi della nostra vita, Dio non è distratto dalle gioie e dai dolori che abitano il nostro cammino. Dio non è lontano!
“Io sono Dio con voi. Io sono Dio che è partecipe della vostra esistenza, io sono Dio che cammina al vostro fianco, io sono Dio che si rende partecipe dei dettagli della vostra vita, nelle gioie e nei dolori, nelle speranze e nelle sconfitte, nelle vittorie e nei dubbi, nei drammi e nelle gioie. Io sono con voi”.
“Io sono Dio per voi”. Dio, allora, non è un concorrente della nostra vita, non è qualcuno che desidera mettere sulle nostre spalle dei pesi insopportabili. Dio non viene a privarvi della gioia che cerchiamo, Dio non è antagonista della pienezza del cuore a cui aspiriamo. Dio è non contro di noi!
“Io sono Dio per voi, alleato vero nel cammino della vostra esistenza, alleato vero del vostro cuore che cerca la pace, la gioia, la serenità, la libertà, la verità, la bellezza. Io sono per voi perché vengo a liberarvi dal peccato, dal male, dal dramma della morte, dal non senso della vita. Io sono Dio per voi e non contro di voi”.
“Io sono Dio in voi. Non sono un semplice maestro di vita che viene a dirvi che cosa dovete fare e che cosa non dovete fare, a darvi degli ordini e dei comandamenti, a prospettarvi un ideale bellissimo da praticare e da vivere, lasciandovi poi soli nella vostra impossibilità di vivere l’ideale, di vivere i comandamenti, di seguire i miei orientamenti. Io sono in voi per darvi un cuore nuovo e, quindi, la possibilità di una vita diversa, che si traduce nell’adesione piena e nell’amore alla mia parola, alla mia volontà in cui trovare la pienezza del cuore e dell’esistenza. Io non sono Dio che viene a indicarvi una strada per lasciarvi soli a percorrerla. No! Io sono Dio in voi, perché vengo in voi come principio di una vita nuova, come principio di una vita santa, come una possibilità di ciò che a voi è impossibile, come una capacità di amore che voi da soli non potete realizzare e vivere. Io sono Dio in voi!”.
Sono queste le parole che noi, oggi, ascoltiamo fermandoci davanti al Bambino che è Dio. Egli ce le dice, con la sua voce dolcissima e profondissima. “Io sono Dio con voi”: Dio non più lontano. “Io sono Dio per voi”: Dio non è più nemico. “Io sono Dio in voi”: Dio non ci lascia più soli più soli».
Con voi, per voi, in voi. Queste tre parole trasmettono quanto abbiamo ascoltato nel Vangelo di San Giovanni: “Dalla sua pienezza noi abbiamo ricevuto grazia su grazia”; ovvero, dalla pienezza della sua vita divina abbiamo ricevuto grazia su grazia, abbiamo ricevuto tutto, abbiamo ricevuto la salvezza; perché la salvezza è l’incontro con questo Dio che è con noi, con questo Dio che è per noi, con questo Dio che è in noi. Dalla sua pienezza, la pienezza di Gesù Cristo, abbiamo ricevuto grazia su grazia: la salvezza, il dono di un Dio che è con noi, per noi, in noi.
Questo Dio non dobbiamo più conquistarlo noi, è Lui che è venuto a conquistare noi; non dobbiamo più scalare una montagna per raggiungere una vetta, ma è la vetta della montagna che scende verso di noi; non dobbiamo più innalzarci fino al cielo, nell’impossibilità di farlo, ma è il cielo che scende su di noi e illumina, rischiara, salva la nostra vita. È Lui che ci conquista e che ci ama. È lui che viene, il Verbo fatto carne in mezzo a noi, perché è tutto dono, ci è tutto donato, ci è tutto dato. Questo è il regalo vero del Natale di cui i nostri piccoli regali sono solo un segno.
Il regalo vero è Lui, il Dio con noi, il Dio per noi, il Dio in noi, il dono della salvezza, qualcosa che ci è dato dalla sua pienezza, grazia su grazia. Come non essere, allora, nella gioia, nell’esultanza, nella beatitudine? Lui ci dà tutto, perché ci dà sé stesso, il Dio che è con noi, per noi e in noi.
Nei nostri presepi molte volte sono presenti due personaggi, tanto cari alla tradizione. Uno si chiama Benino; lo ritroviamo addormentato, in mezzo agli altri personaggi. Un altro si chiama Gelindo, detto anche incantato; egli è davanti alla capanna, vicino al Bambino, pieno di stupore e di meraviglia per quello che i suoi occhi vedono. Esiste, però, anche un’altra tradizione, secondo la quale il personaggio che sta dormendo è lo stesso che, a un certo punto, si è svegliato, è corso alla capanna ed è rimasto incantato e meravigliato per quello che i suoi occhi hanno visto.
Capiamo bene che quest’unico personaggio, Benino che diventa Gelindo, rappresenta la vita di tutti noi. Potessimo, in questo giorno, svegliarci dal sonno come Benino e rimanere incantati, meravigliati, stupiti come Gelindo vicino al Bambino di Betlemme! Potessimo, davvero, svegliarci di fronte a questo annuncio che cambia tutto: «Io sono Dio con voi, io sono Dio per voi, io sono Dio in voi».
Che cosa siamo chiamati a fare di fronte a questo dono che ci risveglia e ci rende meravigliati e incantati? Lo diremo durante la celebrazione della Messa. Al termine della Preghiera eucaristica, il sacerdote alza verso il cielo la patena e il calice, e canta: “Per Cristo, con Cristo, in Cristo”; e tutti rispondiamo, cantando: “Amen”. Oggi, mentre questo Bambino ci ripete: “Io sono con voi, per voi, in voi”, noi gli rispondiamo: “Tu sei con me, io voglio essere con Te! Tu sei per me, io voglio essere per Te! Tu sei in me, io voglio essere in Te!”. Sia questo il nostro Natale! Quando, allora, entreremo in sintonia spirituale con queste tre parole -“Con Cristo, per Cristo e in Cristo”- poi, insieme, al coro, cantiamo a squarciagola l’Amen che significa: “Sì! Sì, Signore Gesù. Tu sei con me? Io voglio essere con te. Tu sei per me? Io voglio essere per te. Tu sei in me? Io voglio essere in Te. Amen!”. Sia questo il canto della gioia e del Natale.
Trascrizione da registrazione audio