Questa è una giornata di grande preghiera per coloro che hanno lasciato questa vita e chiamiamo nostri fratelli e sorelle defunti. Una giornata di grande e intensa preghiera che ha un significato importante. Ce lo ha ricordato la preghiera della Colletta, quella con la quale abbiamo iniziato la Celebrazione eucaristica. In quella preghiera, infatti, abbiamo sottolineato che pregare per i nostri fratelli e sorelle defunti significa crescere nella fede del Signore risorto e rafforzare la speranza che i nostri fratelli e sorelle defunti entrino nella vita nuova della risurrezione. Ecco, dunque, i due aspetti importanti che attraverso la nostra preghiera, oggi, siamo chiamati a vivere, possiamo vivere, dobbiamo vivere.
Anzitutto, crescere nella fede del Signore risorto. Perché preghiamo? Perché siamo certi che il Signore è risorto e vivo. Perché preghiamo? Perché sappiamo che Cristo è risorto da morte. Perché preghiamo? Perché entriamo in dialogo con Colui che è il Vivente, Gesù Cristo, il Salvatore. Con Giobbe, oggi, ripetiamo: “Il mio redentore è vivo”. Ed è per questo che lo preghiamo, è per questo che parliamo con lui, è per questo che lo supplichiamo, è per questo che chiediamo che i nostri fratelli e sorelle defunti entrino nella gloria eterna del paradiso. È per questo! Perché il nostro redentore è vivo! La nostra preghiera, oggi, come d’altronde sempre, è il segno della nostra fede in Gesù risorto.
Se non preghiamo o non preghiamo abbastanza è perché non crediamo o perché crediamo poco. Se non stiamo a lungo davanti all’Eucaristia in preghiera è perché crediamo poco: perché l’Eucaristia è il Signore presente, risorto, vivo in mezzo a noi e, dunque, la nostra preghiera davanti all’Eucaristia è il segno che crediamo che Gesù è risorto e vivo e, nello stesso tempo, è la preghiera che ci fa crescere nella nostra fede in Cristo risorto. Oggi è una giornata di grande preghiera e la preghiera ci farà crescere nella fede in Gesù Cristo risorto, vivo, presente in mezzo a noi.
È una giornata di grande preghiera e, proprio per questo, è una giornata nella quale si rafforza la nostra speranza nella risurrezione, nel fatto che i nostri fratelli e sorelle defunti possano entrare nella gloria del paradiso e con loro anche noi. Preghiamo, oggi, perché coltiviamo questa speranza, perché noi speriamo che coloro che sono defunti siano nella gloria dell’eternità e speriamo che anche noi, un giorno, vivremo nella gloria dell’eternità. Preghiamo perché speriamo che la risurrezione riguardi anche noi. Anche la nostra vita, anche la vita dei nostri cari, anche la vita di tutti i defunti. Preghiamo perché sappiamo che la risurrezione è la promessa bella di Dio sulla nostra esistenza. Facciamo nostre le parole di Giobbe: “Io lo vedrò, io stesso, i mei occhi lo contempleranno”.
Le facciamo nostre queste parole, pensandole per i nostri defunti, ma pensandole anche per noi. “Io lo vedrò, io stesso, i mei occhi lo contempleranno”, perché risorgerò, perché risorgeremo a una vita nuova della felicità eterna del paradiso. Oggi preghiamo con questa fede; e, mentre preghiamo, la nostra fede, la nostra speranza si rafforzano perché pregare significa avere questa speranza e pregare significa rafforzarci in questa speranza.
Ecco il senso di questo giorno di grande preghiera. Con questa grande preghiera cresciamo nella fede del Signore, con questa grande preghiera rafforziamo la nostra speranza nella risurrezione. E, infine, questa grande preghiera è la nostra testimonianza, davanti al mondo, che crediamo in Cristo risorto; è la nostra testimonianza, davanti al mondo, che speriamo nella risurrezione. La preghiera di oggi, come sempre, in ogni giorno della nostra vita, è anche il nostro dire al mondo la nostra fede e la nostra speranza; è il nostro dire al mondo: «Il mio redentore è vivo»; è il nostro dire al mondo: «Io lo vedrò. io stesso, i mei occhi lo contempleranno».
Trascrizione da registrazione audio