Omelia – Novena di Natale – Primo giorno

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Omelia – Novena di Natale – Primo giorno

Omelia – Novena di Natale – Primo giorno

Dio, che si rivolge al suo popolo per mezzo del profeta, usa un’immagine molto suggestiva per definire quale è la sua relazione con il popolo. È l’immagine della sponsalità.

Dio si dichiara “sposo” di questo suo popolo. Un popolo che a volte lo ha tradito, un popolo che a volte lo ha abbandonato, un popolo che spesso si è dimenticato di Lui, ma Dio ribadisce che questo popolo è legato a Lui in un rapporto fermo, stabile, fedele, di sponsalità.

Che cosa dice a noi questa immagine tanto suggestiva che troviamo nelle parole del libro di Isaia? Che cosa dice a noi, soprattutto in questo tempo di Avvento e ormai avviati nella novena che ci prepara al Natale?

Ci ricorda che il Natale è anzitutto un mistero di sponsalità. Perché ciò che qui nel profeta è descritto, e in qualche modo anche sperato come definitivo ed eterno, in quel bambino di Betlemme trova realizzazione e compimento. Davvero il Signore è sposo del suo popolo. Davvero il Signore si stringe in un rapporto di nuzialità con l’umanità e con ciascuno di noi.

In quel bambino di Betlemme noi vediamo il compiersi di quello che il profeta aveva descritto e anche sperato. Si compie questo rapporto nuziale e sponsale tra Dio e il suo popolo; ed è un rapporto eterno che non verrà mai distrutto, perché qualunque cosa possa questo popolo fare come tradimento, come dimenticanza, come lontananza troverà sempre in Dio uno sposo fedele, eternamente fedele.

Un filosofo celebre, Kierkegaard, scrive così a proposito del Natale: «I due mondi da sempre separati, il divino e l’umano, sono entrati in collisione in Cristo. Una collisione non per un’esplosione, ma per un abbraccio». Ecco il Natale! È l’incontro del mondo di Dio e del mondo degli uomini per il tramite di un abbraccio eterno che nulla potrà mai sciogliere e distruggere. L’incontro tra il Signore e l’uomo è un incontro che si realizza in un abbraccio di amore senza fine. Ma non semplicemente con il popolo in generale, non semplicemente con l’umanità nel suo complesso: con ciascuno di noi!

Il Natale è il mistero di sponsalità che lega il Signore a ciascuno, per sempre, in una fedeltà eterna e senza fine. Ecco perché quando sostiamo davanti al bambino di Betlemme non possiamo non sentire un tuffo al cuore pensando che in quel bambino io, tu, ciascuno riceviamo l’abbraccio eterno dell’amore di Dio. Questo abbraccio nei giorni della novena lo dobbiamo avvertire particolarmente bello, delicato, forte, fedele e dobbiamo chiedere la grazia che questo abbraccio ci accompagni durante la nostra giornata, perché quel mistero di sponsalità che è il cuore del Natale è anche il cuore di ogni nostra giornata. Perché quell’abbraccio eterno, fedele e stabile che il Signore dona a ciascuno di noi ci segue, ci accompagna in ogni nostra giornata, in ogni nostro istante, in ogni nostra attività, in tutto ciò che facciamo nella nostra quotidianità.

Ecco perché San Paolo può scrivere che nulla «potrà mai separarci dall’amore di Dio in Cristo Gesù» (Rm 8,39), nulla, perché questo amore è eterno, questo abbraccio è stabile e fedele. Ed ecco perché Paolo, sempre, può affermare che «tutto concorre al bene per coloro che amano Dio» (Rm 8,28). Cosa vuol dire? Che nella nostra vita tutto è segnato dall’abbraccio dell’amore del Signore e, dunque, tutto nella nostra vita ha un significato dentro questo abbraccio di amore che mai si allontana da noi.

Nulla è al di fuori di questo abbraccio di amore. Nulla noi possiamo vivere al di fuori di questo abbraccio di amore e così proprio tutto quello che immediatamente sembra a noi bello e quello che immediatamente può sembrarci meno bello, più faticoso, difficile, meno comprensibile è dentro l’abbraccio di amore fedele di Dio e quindi tutto è per il nostro bene.

Ecco che cosa cambia per sempre a Natale: in questo rapporto di sponsalità, che ormai per sempre ci lega al Signore, tutta la vita cambia. Tutta! E nella vita tutto cambia perché tutto è dentro questo rapporto di amore fedele.

Stiamo celebrando l’Eucarestia: durante la grande preghiera eucaristica riascolteremo quelle parole di Gesù che sono bellissime e che rinnovano per noi ogni giorno quel mistero straordinario del Natale. Gesù parla di eterna, nuova alleanza, come dire di un eterno abbraccio di amore in Lui.

Per noi ogni giorno la Messa è il rinnovarsi di questa stretta innamorata con la quale il Signore avvolge la nostra vita.

In questi giorni della novena viviamo con particolare intensità nella celebrazione eucaristica il rinnovarsi di questa stretta del Signore per noi, di questo abbraccio fedele del Signore per noi. Sarà il modo più bello per vivere la novena, per prepararci a celebrare il Natale, perché saranno nove giorni nei quali staremo dentro l’abbraccio del Signore e così ci prepareremo a ricevere, ancora una volta, quello straordinario abbraccio di amore che il Natale, solo il Natale, sa donare a tutti e a ciascuno di noi.

Buona novena del Santo Natale, dunque. Si rinnovi per ciascuno l’esperienza di questo abbraccio, e la Messa, di questo abbraccio e di questa esperienza, sia il cuore in ognuna di queste nostre giornate.

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