Quanto descrive il profeta Isaia, nella pagina che abbiamo ascoltato, corrisponde al tempo nel quale Dio finalmente verrà a visitare il suo popolo e porterà la salvezza.
Non è difficile scorgere, in questo quadro delineato dal profeta, un ricordo: è il ricordo del paradiso, il ricordo di quel giardino bello, nel quale l’uomo e la donna vivevano, in armonia con Dio, in armonia tra di loro, in armonia con tutta quanta la creazione.
Isaia ricorda questo giardino bello, della pace e della gioia; vede innanzi a se e sa che questa realtà tornerà ad essere presente sulla terra e per la vita degli uomini. Quando? Quando Dio salvatore verrà. Che cos’è capitato tra il giardino di un tempo e il tempo presente? Perché oggi il profeta pensa e ragiona: nel mondo è entrata devastazione e distruzione? Perché è necessario attendere un tempo nel quale Dio verrà e porterà salvezza per ritrovare quel giardino perduto? È intervenuto il peccato, nel mondo è entrato il male e con il male è entrata devastazione e distruzione.
È a motivo del peccato che l’uomo ha perso la pace con Dio. È a motivo del peccato che l’uomo ha smarrito il proprio cuore e la pace con se stesso. È a motivo del peccato che l’uomo ha smarrito la pace nelle relazioni con gli altri. È a motivo del peccato che si è incrinata l’armonia tra l’uomo e l’intera creazione.
Il peccato è il grande male che ha portato devastazione e distruzione. Il profeta, che vive nel tempo della devastazione e della distruzione, guarda indietro e ritrova quel giardino bello in cui l’uomo viveva con Dio. Ma guarda anche avanti e con speranza sa che in quel giardino tornerà ad abitare; quando Dio verrà salverà e libererà finalmente da quel peccato che è la radice di tutti i mali.
Nella pagina del Vangelo ciò che opera Gesù non fa altro che confermare le parole del profeta. Lui è il salvatore che è venuto nel mondo, e quel miracolo attraverso il quale il paralitico può abbandonare il suo lettuccio, la sua barella, tornare a camminare, alzarsi in piedi e ritrovare vita non è soltanto un miracolo che accade, ma è anche il segno del Signore che è venuto in mezzo ai suoi, che ha portato salvezza, e perdonando il peccato, sradicando il peccato dal cuore dell’uomo, consente all’uomo di ritrovare quel giardino perduto della pace con Dio, con se stesso, con gli altri e con l’intera creazione.
Non dimentichiamo: ogni volta che noi confessiamo le nostre colpe, ogni volta che noi ci inginocchiamo per ricevere il perdono del Signore nel sacramento della riconciliazione, in noi si opera il passaggio dal giardino perduto al giardino ritrovato, dalla devastazione, dalla distruzione alla terra bella, che solo Dio ci sa donare, dalla paralisi alla vita, dalla morte alla vita. Quello che abbiamo ascoltato nel Vangelo dire da coloro che erano spettatori del miracolo che accadeva, “abbiamo visto cose prodigiose”, noi lo possiamo e lo dobbiamo dire in noi e per noi ogni qualvolta ci raggiunge il perdono del Signore. Questa è la cosa prodigiosa che cambia tutto! Questa è la cosa veramente prodigiosa che fa passare dalla devastazione, dalla distruzione alla bellezza del giardino di Dio.
Perché l’Immacolata, alla cui festa ci stiamo preparando, è la “tutta bella”? Perché è Colei che è stata concepita senza peccato. Lei è il giardino bello perché il peccato non c’è. Lei è il giardino fiorito perché il peccato non l’ha conosciuto. Lei è la tutta bella, la piena di vita perché il male non L’ha toccata mai. Allora guardiamo alla Madonna Immacolata e chiediamoLe la grazia di essere in questa consapevolezza che nulla è peggio del peccato nella vita, e poi di camminare giorno dopo giorno non dimenticando: piuttosto la morte ma non il peccato! E ancora, chiedendoLe la grazia di essere pronti nell’inginocchiarci davanti al Signore nello sperimentare, nel sacramento del perdono, questa gioia grande, la vita che torna, la bellezza che ci è ridonata. Una pienezza del cuore che soltanto là dove il peccato non c’è è possibile sperimentare e vivere.
Introduciamoci in questa giornata insieme alla Madonna Immacolata, e anche noi, come Lei, camminiamo nella via di Dio, lontano dal peccato e dal male, pronti a domandare perdono, ogni volta nella quale cadiamo.
Domandiamo la grazia che anche oggi possa essere per noi una giornata nella quale, proprio perché distanti dal peccato, sperimentiamo la bellezza del giardino di Dio, dove tutto è pace, con Lui, con noi, con gli altri, con l’intera creazione.