Tortona, Cattedrale.
Partecipare alla Messa è sempre un’esperienza di vita di famiglia, perché significa incontrare il Signore e ritrovarci tra di noi, fratelli, sorelle, amici. La notte di Natale questa esperienza di famiglia si fa particolarmente intensa, profonda e suggestiva, perché avvertiamo ancora di più il nostro essere tra noi fratelli, sorelle e amici, parte di una sola famiglia, quella famiglia che appartiene al Signore e che è la Chiesa.
Ed è proprio in questo clima di famiglia, che desidero ora consegnarvi alcune parole, nella speranza che queste parole possano essere per ciascuno come un abbraccio che il Signore vuole dare a ciascuno di noi; che queste parole abbiano la dolcezza del cuore di Gesù per il cuore di ciascuno di voi; che queste parole possano farvi sentire il calore intenso, bello, delicato che soltanto la presenza del Signore Gesù sa dare alla nostra vita.
Questa notte facciamo festa. Fuori di qui, spesso, si dimentica il perché si fa festa, si dimentica il Festeggiato, Colui che è il motivo di questa splendida festa. Certamente, non è così per noi che siamo qui a far festa perché abbiamo fede e crediamo nel festeggiato che è Gesù. Lo abbiamo svelato, nella sua immagine all’inizio della nostra celebrazione, proprio come segno che siamo qui perché c’è Lui, perché è il suo Natale, non un natale. Il suo Natale, il Natale di Gesù! Siamo contenti perché ricordiamo la sua nascita. Siamo nella gioia perché oggi è Lui che incontriamo, ed egli è il grande protagonista di tutto ciò che vediamo.
Può capitare, però, anche a noi di perdere di vista il festeggiato della festa; così, adesso, vogliamo ritornare a essere consapevoli che è il suo Natale, di Gesù. E, poi, chiederci: chi è questo Gesù, questo Figlio di Dio che viene in mezzo a noi e che noi chiamiamo Salvatore – lo abbiamo cantato: “Oggi è nato per noi il Salvatore” –, chi è per noi?
Nella preghiera iniziale della Messa, la preghiera chiamata Colletta, il vescovo a nome di tutti ha cantato dicendo queste parole: “O Dio che hai illuminato questa notte con lo splendore di Cristo, vera luce del mondo”. Ecco chi è il Signore Gesù! La vera luce del mondo! Ecco chi è nato questa notte: Colui che è la vera luce del mondo! Ecco chi incontriamo in questa mangiatoia: la vera luce del mondo. Anche nella pagina del profeta ci è stata ricordata la stessa verità, là dove egli annuncia: “Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce”. Lui, Gesù, è la grande luce. E ce lo ha ricordato l’evangelista Luca, quando nel vangelo, a proposito dei pastori, dice: “La gloria del Signore li avvolse della sua luce”. La Luce che è Gesù.
In questi giorni siamo circondati dalle luci. Nelle nostre case risplendono luci multicolori, camminiamo nelle strade e sostiamo nelle piazze e tutto splende; nei nostri luoghi di lavoro le luci si accendono, nei nostri terrazzi, alle nostre finestre; gli alberi sono adornati di luci; questa nostra piazza a Tortona è illuminata a festa. Perché? Perché nasce Gesù la luce vera del mondo. Ecco questa sera chi festeggiamo: Gesù che è la vera luce del mondo. La vera luce del mondo!
Ma che cosa ci porta Colui che è la vera luce del mondo? Lui è la luce che ci dona la fede, ovvero quella capacità di vedere che la nostra vita è straordinariamente bella perché appartiene a un Dio che è Padre, è straordinariamente bella perché appartiene a un Dio che ci ama, è straordinariamente bella perché è dentro il cuore di Dio onnipotente ed eterno, ma onnipotente ed eterno nell’amore. Questo ci dona la luce vera del mondo che è Gesù: la fede.
La luce vera del mondo ci dona la speranza, perché in virtù di questa luce noi sappiamo che il pellegrinaggio terreno non avrà una conclusione. Questa conclusione sarà soltanto una porta aperta sull’eternità beata e felice dell’amore di Dio per sempre. La speranza è la ragione per la quale il dramma della morte non ci spaventa più, perché la morte non è la fine, ma l’inizio di una vita senza fine.
La vera luce del mondo ci dona la carità, un cuore nuovo e vita nuova, una vita trasformata, capace di amore vero, di donazione senza condizioni, capace di amare tutto e tutti, capace di donarsi; capace, dunque, di essere veramente una vita bella, una vita buona, perché abitata dall’amore stesso di Dio, riversato nei nostri cuori.
La vera luce del mondo ci dona la misericordia. A noi, peccatori, dona la grazia del perdono, a noi che portiamo, spesso, nel cuore dei pesi grandi – perché il peccato è un peso grande, anche quando è piccolo – e che avvertiamo l’incapacità di togliere da noi questo peso dal cuore, la luce vera del mondo dona la misericordia e il perdono.
La luce vera del mondo dona a noi la pace. Quella pace che sconfigge l’odio, quella pace che sconfigge l’inimicizia, quella pace che sconfigge l’incomprensione, quella pace che sconfigge le guerre piccole e grandi della nostra vita, quella pace che è, anzitutto, pace del cuore e diventa pace in ogni relazione che siamo chiamati a vivere.
La luce del mondo ci dona, un senso straordinario di gratitudine, perché capiamo che non possiamo che essere grati a quel Dio che tutto si dona, a quel Dio che si fa nostro salvatore, a quel Dio che così tanto ci ama da donarci tutto, donandoci sé stesso.
Ed è così che la vera luce del mondo porta a noi la gioia vera, perché non c’è altra gioia vera se non quella che discende da questa luce che porta la Vita. Questa è la gioia. C’è stata annunciata nel Vangelo, come un tempo ai pastori di Betlemme. “Vi annuncio una grande gioia: oggi è nato per voi un salvatore”. E la gioia è proprio Lui, la luce vera del mondo!
Poche ore fa, il Santo Padre ha aperto a Roma il Giubileo, che è e sarà la possibilità di rimanere per un intero anno, in modo del tutto singolare, sotto la luce benefica di Colui che è la luce vera del mondo. Sarà la grazia di poter entrare e rimanere, per un anno intero, dentro la gioia di ricevere il dono della luce vera del mondo. Sarà il tempo nel quale potremo ancora una volta e per lungo tempo rimanere lì, illuminati dalla luce dell’amore che è Lui, Gesù Cristo nato per la nostra salvezza.
Nei presepi che a Natale realizziamo nelle nostre case, nei nostri ambienti, nelle nostre città, c’è sempre un personaggio particolare, che appare particolarmente gioioso e contento. È stato alla grotta, ha trovato Gesù, ha ricevuto il suo abbraccio, ha accolto Lui, vera luce del mondo; e da quella grotta riparte, contento, felice, trasformato, rinnovato. Quando ero bambino mi piaceva molto collocarlo nel presepe, e collocarlo in modo che apparisse bene che non stava più andando verso la grotta, ma dalla grotta ritornava da dove era venuto. Mi piaceva perché sottolineava la gioia del Natale, la gioia a motivo della nascita di Gesù, la gioia per la venuta tra noi della vera luce del mondo, con tutto ciò che Egli ci dona. Crescendo, però, ho capito che non bastava soltanto collocare un pastore gioioso nella posizione di chi, andato alla grotta, tornava da dove era venuto. Era necessario collocarne molti, perché vi fosse in quel presepio come una scia di luce gioiosa. Anche ciascuno di noi, questa sera, desidera essere una luce gioiosa, perché ha incontrato il Signore, vera luce del mondo; ma desideriamo anche esserlo insieme, una scia di luce gioiosa. E non soltanto qui, in questa chiesa cattedrale, ma anche fuori per le strade di Tortona, nelle nostre case, in mezzo alle nostre famiglie, nei quartieri dove abitiamo, nelle vie che attraversiamo.
Pensate! Se fossimo, tutti insieme, una luce gioiosa, perché riflesso della vera luce del mondo che abbiamo incontrato e dalla quale ci siamo lasciati abbracciare, come sarebbe più bella la nostra Tortona, come sarebbero più belle le nostre famiglie, come sarebbero più belle le nostre strade, come sarebbero più belle le nostre piazze, come sarebbe più bello ogni ambiente nel quale viviamo, come sarebbero più belli tutti, perché contagiati da questo fiume di luce gioiosa! Perché là dove entra Gesù, la luce vera del mondo, tutto diventa più bello, perché rimane contagiato dalla luce gioiosa.
Questa mattina, mi trovavo, per un impegno, tra le colline dell’Oltrepò pavese e si respirava una luce gioiosa, chiara, limpida, bella. Era gioiosa. Era luce ed era gioiosa. Potessero essere i nostri cuori abitati da questa luce gioiosa, come l’aria di oggi! Potessero essere le nostre vite abitate da questa luce gioiosa, come l’aria e la luce di oggi! Potessero essere le nostre vite abitate, davvero, dalla luce vera del mondo, per essere poi anche noi luce gioiosa in mezzo al mondo!
Sia questo il nostro desiderio, sia questa la nostra preghiera della notte di Natale, sia questo il nostro Natale. Buon Natale a tutti quanti voi! Buon Natale alla nostra città di Tortona! Buon Natale all’intera nostra Diocesi! E che tutti, la nostra Tortona, la nostra Diocesi, si sentano raggiunti dalla vera luce del mondo, dal suo caldo abbraccio che salva e dona gioia vera.
Trascrizione da registrazione audio