Traccia dell’omelia
In questa chiesa, considerando la nostra storia passata, i ricordi sarebbero davvero molti. Questo, però, non è il momento dei ricordi che ci conducono indietro nel tempo; li conserviamo nel cuore e lasciamo che comunichino tra di loro, con tutto il carico bello di emozioni che portano con sé e sanno trasmettere.
Oggi desideriamo dire qualche parola che possa aiutare N.N., e insieme a loro tutti noi, a vivere bene questo momento tanto importante della loro vita. Verrebbe naturale pensare che i protagonisti siano proprio loro, gli sposi; e con loro la piccola N. che tra poco riceverà il Battesimo. In verità il primo grande protagonista della celebrazione è il Signore e di Lui vogliamo dire qualcosa.
Dio opera meraviglie nella semplicità dei gesti e delle parole che tutti noi possiamo facilmente capire. Stiamo per celebrare due sacramenti: il Matrimonio e il Battesimo. Ascolteremo parole semplici, vedremo gesti facili da considerare nel loro significato. Eppure in quella semplicità di gesti e parole si realizzeranno le meraviglie di Dio. E’ una meraviglia il legame matrimoniale che unirà tra poco N.N. per tutta la vita, per sempre. Eppure un tale legame si realizzerà per il tramite di un semplicissimo “sì”. E’ una meraviglia la nuova vita che tra poco Bianca riceverà in dono da Dio nel Battesimo. Eppure una tale nuova vita si realizzerà per il tramite di un po’ d’acqua e di alcune parole dette dal sacerdote. Dio è davvero meraviglioso, perché opera cose grandi, grandissime per noi in un modo a noi comprensibile. Dio si rende in qualche modo piccolo perché, noi piccoli lo possiamo capire e possiamo fare esperienza di realtà straordinarie.
I due sposi hanno scelto come prima lettura della Messa un noto brano del Cantico dei Cantici, in cui si parla di una storia di amore bellissima. È una vicenda che interessa due giovani innamorati. Con il ritornello del salmo responsoriale, poi, abbiamo insieme ripetuto: “Ci benedica Dio, fonte dell’amore”. E’ davvero interessante raccordare insieme il racconto del Cantico dei Cantici con questo ritornello. Ci viene ricordato che all’origine di ogni storia di amore nell’esperienza umana sta Dio, perché Dio è Amore e ha creato il cuore dell’uomo capace di amare. Ogni volta che ciascuno di noi nella vita, se pure in diverso modo, entra nell’esperienza dell’amore, nel gusto di una vicenda di amore, impara la bellezza di Dio che è Amore. L’amore ci riconduce sempre all’Amore e ci parla di quanto il mistero di Dio sia avvincente e alla radice della nostra vita.
Dicevamo che tra poco celebreremo due sacramenti. Qualche volta siamo portati a considerare i sacramenti come dei pesi che vengono collocati sulle nostre spalle. Nulla è più falso di una simile considerazione. In verità i sacramenti tutti ci parlano sempre di un Dio che è amico dell’uomo. Il matrimonio, nel quale N.N. celebreranno la loro unione di amore, è un dono grandissimo che viene fatto a un uomo e a una donna perché possano vivere l’esperienza dell’amore in un modo nuovo, bellissimo, secondo una logica di amore che le sole forze del cuore umano non potrebbe mai immaginare né raggiungere. L’amore che scaturisce dal sacramento del matrimonio è molto più bello, molto più vero, molto più grande di quanto sia possibile a un amore semplicemente umano. Il Battesimo, nel quale a Bianca sarà data in dono la vita nuova dei figli di Dio, è un dono inestimabile, in virtù del quale Bianca potrà vivere davvero in modo nuovo: con quel sacramento le sarà donato il senso della vita, il perché del suo nascere e del suo morire, del suo essere in questo mondo. Diventerà cristiana, ricevendo in dono la risposta definitiva a ogni suo desiderio di felicità, di bene, di verità, di bellezza in modo sovrabbondante. Sì, Dio è amico dell’uomo, alleato fedele nel cammino della nostra vita.
Abbiamo parlato di Dio, il primo e grande protagonista di questa celebrazione. Una parola ora vogliamo dirla rivolgendoci direttamente agli altri due grandi protagonisti: N.N.. Abbiamo ascoltato una pagina del Vangelo che certamente tutti conosciamo bene: il miracolo di Gesù alle nozze di Cana. Ricordo che nel giugno scorso, durante l’incontro internazionale delle famiglie a Milano, una coppia di sposi si è rivolta al Papa formulando la seguente domanda: “Noi abbiamo vissuto la bellezza dell’innamoramento, dei primi tempi dell’amore, delle sue emozioni, della sua passione. Ora ci rendiamo conto che qualcosa sta cambiando: sembra passata quell’esperienza esaltante degli inizi e sta cominciano qualcosa di nuovo che a volte ci fa paura. Come affrontare questo “secondo tempo” dell’amore coniugale?”. A questa domanda il Papa ha risposto proprio facendo riferimento al racconto delle nozze di Cana. Lì si parla di un primo vino e di un secondo vino. Il Papa ha paragonato il primo vino, con la sua bontà, al primo tempo dell’amore nella vita di una coppia. Il secondo vino, che è più difficile da avere e che alla fine si rivela ancora più buono del precedente, il Papa lo ha paragonato al secondo tempo dell’amore in una coppia. L’amore è fatto così. C’è sempre un primo tempo, che appare bellissimo, inimitabile. Poi avanza un secondo tempo, che appare più difficile, spogliato delle emozioni forti degli inizi, della passione e dello slancio dei primi tempi. Eppure in quel secondo vino, in quel secondo tempo è nascosta l’esperienza di un amore ancora più grande e più vero. Non più l’amore del romanzo, ma l’amore della storia che costruisce una realtà stupenda e in cui il bene autentico per l’altro e dell’altro diventa il senso della vita.
Cari N.N., il passaggio dal primo vino al secondo vino è sempre un passaggio delicato della vita. Ma un tale passaggio è assicurato nel suo esito, nella misura in cui il Signore rimane il protagonista della vostra vita e della vostra storia come lo è oggi. E poi, a Cana, il miracolo del secondo vino lo ha ottenuto la SS. Vergine. A Lei rivolgetevi per ottenere quell’aiuto, di cui ciascuno di noi ha bisogno, per affrontare i grandi e decisivi passaggi della vita.
Un’ultima parola è per tutti noi che siamo qui presenti. Perché è importante e significativo che ci siamo? Perché il matrimonio non riguarda mai solo gli sposi. Il matrimonio è sempre un atto che riguarda tutta la società, dunque tutti noi. Un matrimonio riuscito e felice è un bene per la coppia e per la famiglia, ma un bene anche per tutti. Un matrimonio non riuscito e non felice è un male per la coppia e per la famiglia, ma anche per tutti. Per questo motivo siamo qui: per stringerci agli sposi nell’affetto e nella preghiera, per accompagnarli oggi e nella vita come comunità cristiana, perché dalla loro gioia e dal loro bene dipenderanno la gioia e il bene della società in cui viviamo.