Omelia
Con la terza domenica di Quaresima ci troviamo ad una nuova tappa del nostro percorso quaresimale. Grazie alla parola di Dio che la Chiesa ci fa ascoltare siamo chiamati a rilanciare l’impegno di conversione che caratterizza questo tempo forte dell’anno liturgico. Proviamo a rintracciare quattro motivi di riflessione, utili anche per la pratica della vita che ci attende nel cammino verso la Pasqua.
Dio si rivolge al suo popolo – è questo il tema della prima lettura dall’A.T. – indicandogli ciò che deve fare e non fare per mantenersi fedele all’alleanza. Si tratta dei comandamenti, illustrati anche nelle loro conseguenze più particolari. Facendo eco alla lettura, con il ritornello del salmo responsoriale abbiamo ripetuto “Signore tu hai parole di vita eterna”. Ora riflettiamo. In questo tempo quaresimale siamo invitati a prestare attenzione maggiore e prolungata alla parola di Dio. Ma per noi cristiani, anzitutto, si tratta di prestare ascolto non tanto a molte parole quanto a quella Parola ultima e definitiva di Dio che è Gesù, il Verbo fatto carne. Ne consegue che l’invito all’ascolto deve per noi tradursi nell’invito ad una adesione più convinta e fedele al Signore nella logica dell’amore. Da questo conseguirà l’attenzione amorosa per ogni parola che esce dalla sua bocca. Ritornano in mente le parole di Sant’Agostino: “Ama e fa’ ciò che vuoi”. Se davvero amiamo il Signore, ama e fa’ ciò che vuoi diventa il criterio basilare della nostra vita, perché “ciò che vuoi” sarà il ciò che vuoi di Dio pienamente condiviso dalla nostra volontà. E’ così che dall’amore per il Signore discende l’ascolto della sua Parola.
L’apostolo Paolo ci invita a fare di Cristo Crocifisso la nostra forza e la nostra sapienza, al cospetto dei giudei per i quali la croce è debolezza e dei pagani per i quali la croce è stoltezza. Il Crocifisso è la nostra forza e la nostra sapienza perché è il mistero dell’amore infinito di Dio che si rende visibile e carne nella passione del Figlio. La nostra nuova logica di vita, forte della forza di Dio e sapiente della sapienza di Dio è quella dell’amore che si dona senza più riserva alcuna. Al mondo che si crede forte e sapiente noi opponiamo una nuova forma di forza e di sapienza: quella insegnataci e donataci dal Signore.
Gesù scaccia i mercanti dal tempio e lo fa con una frusta fatta di cordicelle. E’ legittima anche l’interpretazione spirituale di questo episodio. Così il tempio diventa il tempio del nostro cuore e della nostra vita e la frusta diventa a sua volta la penitenza alla quale siamo chiamati per scacciare da noi i mercanti, vale a dire ogni forma di peccato e di difformità dalla volontà di Dio. E’ questo uno dei grandi significati della penitenza quaresimale: digiuno, elemosina e preghiera ci aiutano a estirpare da noi tutto ciò che non è di Dio e ancora è traccia del mondo.
Parlando del tempio Gesù parla di un edificio che potrò essere distrutto e ricostruito in tre giorni. Parla, ovviamente, del tempio del suo corpo e del mistero della sua morte e risurrezione. In quel mistero dobbiamo entrare anche noi, giorno dopo giorno, vivendo il passaggio dalla morte alla vita, dal peccato alla grazia, dall’uomo vecchio all’uomo nuovo. Ciò che il Battesimo ci ha donato una volta per tutte lo dobbiamo realizzare nel concreto di ogni nostra giornata, con la forza dello Spirito e con la perseveranza del nostro impegno. Che il tempo quaresimale possa essere proprio un percorso di grazia dalla vecchiaia dell’uomo peccatore e decaduto alla fanciullezza evangelica dell’uomo nuovo e rinato alla vita dei figli di Dio.
(sintesi del parlato)