Conferenza alla Fraternità Carmelitana
Arenano. Santuario del Bambino
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Visione panoramica
Dobbiamo sorvolare sull’oggetto del nostro sguardo per poter poi scendere a considerarne i particolari. Considerati i particolari di nuovo sarà bene prendere il volo per ritrovare lo sguardo d’insieme arricchito della visione analitica.
Veniamo così allo sguardo d’insieme.
- Una breve introduzione
- I capitolo: L’incontro con Cristo eredità del Grande Giubileo
- II capitolo: Un volto da contemplare
- III capitolo: ripartire da Cristo
- IV capitolo: Testimoni dell’amore
- Conclusione
Da questa visione panoramica si deduce subito un fatto fondamentale: al centro di tutto sta Gesù Cristo.
Già nell’introduzione con la citazione della lettera agli Ebrei: “Gesù Cristo è lo stesso, ieri, oggi e sempre!” (Eb 13, 8): nel passato, nel presente e nel futuro sta Gesù.
Poi, nei capitoli che formano il corpo della lettera.
Infine, nella conclusione, dove risuona l’invito di Gesù a prendere il largo (Lc 5, 4) e ad annunciare il vangelo in tutto il mondo (Mt 28, 19).
Si avverte il desiderio di ricentrare la vita della Chiesa, delle comunità e di ciascuno sulla persona di Gesù: si è cristiani nella misura in cui si vive un rapporto personale di amore con Cristo, il resto è conseguenza (ciò che si deve fare, i valori). Ricordiamo che ad Antiochia i discepoli per la prima volta furono chiamati cristiani. Questo è il grande sguardo d’insieme donatoci dalla visione panoramica: Cristo nostra Vita, unico salvatore del mondo; il cristiano è tale per la relazione di amore con lui.
Ed è subito invito a verificare se questo è realtà per noi.
Veniamo così allo sguardo analitico
I capitolo: L’incontro con Cristo eredità del Grande Giubileo
Il Papa passa in rassegna quelle che definisce “alcune delle linee emergenti dell’esperienza giubilare” (15).
- “la freschezza di quell’oggi” (4)
la grazia di Dio è in atto nel presente
sentiamo come la Chiesa sia Cristo nel tempo della storia
Gesù è vivo - “Il cristianesimo è religione calata nella storia” (5)
al cristiano è dato un modo nuovo di guardare alla storia e ai suoi avvenimenti
c’è un passato abitato da Cristo, un presente che ha senso in Cristo, un futuro che è di Cristo - “richiesta di perdono” (6)
la purificazione della memoria come gesto della Chiesa e come gesto dei singoli
la nostra identità di perdonati - “una grande schiera di santi e di martiri” (7)
la santità appare come la dimensione che meglio esprime il mistero della Chiesa
il santo è colui che rivela il segreto della Chiesa e ne manifesta la natura - “Chiesa pellegrinante” (8)
la Chiesa cammina i singoli sono in cammino
le diverse categorie - “sentinelle del mattino” (9)
i giovani nel nuovo millennio e il fascino di Gesù - “anno intensamente eucaristico” (11)
la memoria dell’incarnazione del Verbo: Gesù al centro - “La dimensione ecumenica” (12)
Gesù al centro di ogni confessione cristiana - “il pellegrinaggio in Terra Santa” (13)
- “un grande evento di carità” (14)
il debito internazionale
“Ma se volessimo ricondurre al nucleo essenziale la grande eredità che essa (l’esperienza giubilare) ci consegna non esiterei a individuarlo nella contemplazione del volto di Cristo.” (15)
Non è stato così anche per noi? Vale a dire un recupero della presenza del Signore nella vita?
C’è stata la preparazione al Giubileo; ora c’è da vivere la grazia del Giubileo. Abbiamo un’eredità da conservare e fare fruttare. L’orizzonte è Cristo da cui ripartire: per contemplarne il volto e testimoniarlo nella missione. Non è forse abdicare alla missione insistere sulla contemplazione? Proprio no!
II capitolo: Un volto da contemplare
“Gli uomini del nostro tempo, magari non sempre consapevolmente, chiedono ai credenti di oggi non solo di parlare di Cristo, ma in certo senso di farlo loro vedere” (16).
“La nostra testimonianza sarebbe, tuttavia, insopportabile e povera, se noi per primi non fossimo contemplatori di Cristo” (16)
Ma dove avviene questa contemplazione? Nei Vangeli, alla cui origine sta la testimonianza degli Apostoli. “L’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo” (San Gerolamo: la sua abitazione a Betlemme presso la grotta della natività)
In Cristo contempliamo il volto dell’uomo nuovo, l’uomo così come è uscito dal progetto di amore di Dio. Contemplare è, dunque, atto religioso e profondamente umanizzante. Solo Gesù è la risposta ai grandi interrogativi: anche a quelli del nostro tempo.
III capitolo: Ripartire da Cristo
Al n.° 29 c’è una pagina di fondamentale importanza non solo per la comprensione dell’intero capitolo, ma anche per la comprensione dell’intera lettera. Leggiamo insieme…
Di seguito “alcune priorità pastorali”, identificate come modi per ripartire da Cristo nella vita della Chiesa, delle comunità e dei singoli:
- santità
“additare la santità resta più che mai un’urgenza della pastorale” (30)
la Chiesa lo addita a noi
noi dobbiamo additarlo agli altri. Ci chiediamo che cosa fare: ecco che cosa fare!
si tratta di un dono e di un compito
tu puoi, se vuoi - “qualcosa di scarsamente operativo” (31)
controsenso accontentarsi di una vita mediocre
una sorta di vita straordinaria praticabile solo da alcuni geni della santità
misura alta della vita cristiana ordinaria - preghiera
“c’è bisogno di un cristianesimo che si distingua innanzitutto nell’arte della preghiera” (32)
segreto di un cristianesimo veramente vitale
diffusa esigenza di spiritualità
comunità cristiane come scuole di preghiera
educazione alla preghiera come punto qualificante di ogni programmazione pastorale - l’eucaristia domenicale
recuperare il senso del giorno del Signore e dell’Eucaristia come centro di questo giorno - il sacramento della riconciliazione
- il primato della grazia
la preghiera ci fa vivere in questa verità
quando non abbiamo tempo e diamo precedenza al fare
“Quando questo principio non è rispettato, c’è da meravigliarsi se i progetti pastorali
vanno incontro al fallimento e lasciano nell’animo un avvilente senso di frustrazione”? (38) - ascolto della Parola
la lectio divina - annuncio della Parola
“una priorità per la Chiesa del terzo millennio” (40)
nuova evangelizzazione: “riaccendere in noi lo slancio delle origini”
“chi ha incontrato veramente Cristo, non può tenerselo per sé, deve annunciarlo”
“la proposta va fata a tutti con fiducia”
“missionarietà fiduciosa, intraprendente, creativa” (41)
ci si collega all’ultimo capitolo: l’annuncio del vangelo è testimonianza di amore
Qui vi si legge un triplice livello di missionarietà. - livello personale
non guardare all’altro ma a sé: l’identità missionario dell’essere cristiano anche se non sono di associazioni, né di parrocchie, né ho attività ho una responsabilità missionaria l’Eucaristia ne è il centro: si va come discepoli, si esce come mandati
Gesù è presente a noi nel vertice della missione: in croce dall’intensità dell’Eucaristia discende la vivacità della missione - livello della pastorale ordinaria
non si tratta di aggiungere al contenuto, ma allo spirito il modo in cui incontriamo le persone nel vivere di ogni giorno
sacramenti
morte
categorie di persone: anziani, malati, poveri - livello di ambito
ciascuno vive in un ambito o in più ambiti
La condizione della missione:
– la formazione alla fede, che non finisce mai
– la fede pensata: la Bibbia e il giornale
IV capitolo: Testimoni dell’amore
Come si vede il discorso sulla testimonianza si ricollega all’ultimo punto del capitolo precedente, anche perché ne è lo sviluppo conseguente: nella misura in cui si è radicati in Cristo si diventa testimoni dell’amore.
“Tante cose, anche nel nuovo secolo, saranno necessarie per il cammino storico della Chiesa; ma se mancherà la carità, tutto sarà inutile” (42)
- spiritualità di comunione
l’altro come uno che mi appartiene in virtù del Corpo mistico
l’altro come dono
si tratta di quella carità che si è chiamati a esercitare nella Chiesa, nella comunità, a casa - la varietà delle vocazioni
- l’impegno ecumenico
- la preferenza ai poveri secondo una prospettiva ampia ed evangelica
“una nuova fantasia della carità”
“La carità delle opere assicura una forza inequivocabile alla carità delle parole” (50) - alcune sfide odierne
ecologia
pace
diritti umani
rispetto della vita
nuove potenzialità della scienza
“si deve respingere la tentazione di una spiritualità intimistica e individualista” (51)
la fede deve farsi cultura - dialogo e annuncio
“il dialogo interreligioso non può semplicemente sostituirsi all’annuncio, ma resta orientatovelo l’annuncio” (56)
La conclusione di questo capitolo si risolve in una verifica della ricezione del Concilio Vaticano II: potremmo domandarci se abbiamo letto quei documenti che segnano la vita della Chiesa oggi.
Conclusione
Invito alla speranza per lo sguardo rivolto a Cristo che invita a prendere il largo.
La conclusione ci invita a recuperare lo sguardo d’insieme dopo averlo arricchito con i particolari di una visione ravvicinata.
C’è, dunque, un programma per il nuovo millennio?
Sì! Il programma di sempre; quel programma tanto normale da essere a volte dimenticato.
Il Vangelo, Gesù, la santità
“Il simbolo della Porta Santa si chiude alle nostre spalle, ma per lasciare più spalancata che mai la porta viva che è Cristo” (59)
Il Card. Tonini: nei momenti di difficoltà si è tentati di rafforzare l’organizzazione; niente di più errato per la Chiesa, perché da rafforzare c’è solo la santità.
Che cosa dobbiamo fare? Può essere l’interrogativo che sorge di fronte a tante sollecitazioni. In verità dobbiamo stare e amare!