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1. L’annunciazione dell’Angelo a Maria Vergine
“Sia in ciascuno l’anima di Maria a magnificare il Signore, sia in ciascuno lo spirito di Maria a esultare in Dio”.
Facciamo nostro l’invito di sant’Ambrogio e contempliamo il mistero con il cuore colmo di stupore e di gratitudine. Come e con Maria.
Siamo sorpresi dalla gioia per l’annuncio dell’Angelo a Maria. Dio, infatti, rivolgendosi alla Madonna porta a compimento il Suo disegno di salvezza e di amore per noi. In modo definitivo e impensabile si svela il volto della divina Misericordia. “Rallegrati”, esorta Gabriele, portando alla Vergine il saluto del Cielo. Quell’esortazione è rivolta anche a noi, invitati a gustare la gioia per il mistero di un Dio che si fa bambino, per la redenzione del nostro povero mondo.
Da quel giorno benedetto, nel quale una giovane ragazza ha risposto il proprio “sì” alla Parola del Signore, la storia è entrata in un tempo nuovo, il tempo ultimo, la pienezza del tempo. Dio ha compiuto la Sua promessa di amore. Ecco la radice della gioia vera, che niente e nessuno può estirpare dal nostro cuore.
Nella vita, andare alle sorgenti della gioia significa sempre e solo andare a Gesù, la promessa di Dio che diviene realtà.
Vergine santa, aiutaci a rimanere sempre nella gioia vera, a rimanere in Gesù. Il Figlio di Dio, fatto uomo in te e da te, è il volto visibile del Dio invisibile, l’Amore divenuto carne che rallegra la nostra vita.
2. La visita di Maria Vergine a Santa Elisabetta
“Sia in ciascuno l’anima di Maria a magnificare il Signore, sia in ciascuno lo spirito di Maria a esultare in Dio”.
Facciamo nostro l’invito di sant’Ambrogio e contempliamo il mistero con il cuore colmo di stupore e di gratitudine. Come e con Maria.
Siamo sorpresi dalla gioia per la visita di Maria a Elisabetta. La giovane di Nazaret parte dalla propria casa per andare a trovare la cugina più anziana. La sua è una visita di servizio: nel tempo del suo soggiorno aiuterà Elisabetta, ormai prossima al parto. Ma la sua è anche soprattutto una visita di fede, che annuncia la salvezza, che proclama la venuta del Salvatore.
Maria è la donna della fede, che per fede non si ferma davanti a nulla pur di portare il proprio figlio, l’Atteso dalle genti.
Di Maria, Elisabetta esalta la grandezza della fede: “Beata colei che ha creduto”. La santa Madre di Dio ci precede nel cammino della fede e ci è maestra. Ella si fida del Signore senza condizioni, vive della Sua Parola in ogni aspetto della vita, abbraccia con prontezza gioiosa la Sua volontà. Per la Vergine Santa la fede è la luce che illumina ogni realtà, il principio di una vita nuova, tutta secondo Dio.
Vergine santa, aiutaci a vivere e a crescere nella fede. Non sia la fede un sentimento o un emozione passeggera, un abito da indossare e deporre con superficialità. Sia, invece, la Luce abituale di Dio in noi.
3. La nascita di Gesù
“Sia in ciascuno l’anima di Maria a magnificare il Signore, sia in ciascuno lo spirito di Maria a esultare in Dio”.
Facciamo nostro l’invito di sant’Ambrogio e contempliamo il mistero con il cuore colmo di stupore e di gratitudine. Come e con Maria.
Siamo sorpresi dalla gioia per la nascita di Gesù. Può capitare che questa semplice eppure straordinaria nascita non susciti più in noi un sussulto nel cuore. Come è possibile questo? Non è avvincente, impensabile, del tutto al di là di ogni possibile attesa che Dio, per amore, si faccia piccolo e nasca bambino?
I nostri presepi, secondo un’antica tradizione, conservano un personaggio singolare, tra gli altri: quello che è ricordato come “l’incantato”. E’ un uomo già avanti nell’età, in ginocchio davanti alla grotta di Betlemme, che leva gli occhi verso il cielo, dando espressione a tutto il suo stupore. “Lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia”. Egli è davvero incantato davanti al mistero del Verbo fatto carne per noi uomini e per la nostra salvezza. Sembra dire a noi e per ogni tempo della storia: “E’ davvero possibile che Dio mi ami così? Non è un vero incanto il cuore del nostro Dio, rivelato nel sorriso e nel pianto del Bambino di Betlemme?
Vergine santa, aiutaci a rimanere incantati davanti al mistero dell’Incarnazione. Non prevalga mai in noi la stanca e triste abitudine, che ci impedisce di trasalire per l’Amore che ha cambiato per sempre la nostra storia.
4. La presentazione di Gesù al Tempio
“Sia in ciascuno l’anima di Maria a magnificare il Signore, sia in ciascuno lo spirito di Maria a esultare in Dio”.
Facciamo nostro l’invito di sant’Ambrogio e contempliamo il mistero con il cuore colmo di stupore e di gratitudine. Come e con Maria.
Siamo sorpresi dalla gioia per la presentazione di Gesù al Tempio. Il Bambino nato a Betlemme entra nel Tempio, ma in verità è Lui il nuovo Tempio. In Gesù noi incontriamo Dio! In Gesù la povera terra sperimenta la ricchezza del Cielo! In Gesù il nostro cuore smarrito trova l’Amore eterno e infinito che salva dalla disperazione.
Gesù è il nostro Tempio, Gesù è tutto per noi. Ad Antiochia, i primi discepoli del Signore per la prima volta furono chiamati cristiani. La loro vita, evidentemente, rimandava a Cristo; tutto, in loro, diceva e gridava Cristo.
Che mai ci accada di vivere un cristianesimo senza Cristo. Cha mai ci accada di interessarci a tante realtà, pur buone, dimenticando che il nostro primo interesse è Gesù e che a tutto ci appassioniamo a partire dal centro della nostra vita, che è Gesù. Con l’apostolo Paolo non stanchiamoci di ripetere, nel segreto del cuore e sulle piazze del mondo: “Per me vivere è Cristo”.
Vergine santa, aiutaci rimanere saldi e fedeli in Gesù. Divenga sempre più nostra la Sua vita, perché risplenda nel mondo, attraverso di noi, la bellezza del Suo volto, la potenza del Suo nome.
5. Il ritrovamento di Gesù al Tempio
“Sia in ciascuno l’anima di Maria a magnificare il Signore, sia in ciascuno lo spirito di Maria a esultare in Dio”.
Facciamo nostro l’invito di sant’Ambrogio e contempliamo il mistero con il cuore colmo di stupore e di gratitudine. Come e con Maria.
Siamo sorpresi dalla gioia per il ritrovamento di Gesù al Tempio. Quanto accade a Gerusalemme non viene subito compreso da Maria e Giuseppe: “Essi non compresero ciò che aveva detto loro”. Non è la prima e neppure l’ultima volta che, nel Vangelo, si annota questa difficoltà a capire. E’ giusto che sia così. Se, infatti, dovessimo capire tutto di Dio, Egli non sarebbe più Dio, ma solo un prodotto della nostra immaginazione, fatto su misura per i nostri bisogni.
Il Signore, invece, sfugge sempre alle nostre povere capacità di comprensione. Come Maria e Giuseppe siamo chiamati ad affidarci, ad attendere per capire e vedere, a credere, a tendere la mano per essere condotti dove non sappiamo.
Viviamo in questa luce il nostro rapporto quotidiano con la Parola del Signore. Nella difficoltà a capirla, non trasciniamola nella polvere della nostra povera terra, ma conserviamola nel cuore, desiderosi di essere trasportati altrove, tra le stelle del Cielo di Dio.
Vergine santa, aiutaci ad affidarci sempre alla Parola di Gesù e a lasciarci condurre da essa, senza timori, verso quegli orizzonti senza nome che sono la patria del Tuo sempre sorprendente amore.