Meditazione per la Via Crucis

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Meditazione per la Via Crucis

Meditazione per la Via Crucis

Meditazione – Via Crucis nei Venerdì di Quaresima

 

Abbiamo percorso la Via della Croce in modo un po’ diverso da come siamo soliti fare: non abbiamo portato la croce attraverso le diverse stazioni, ma siamo rimasti fermi dinanzi al Signore, presente nella Santissima Eucaristia.

Qui, nella Santissima Eucaristia, è presente il Signore risorto da morte, risorto ma con i segni della passione: risorto, eppure crocifisso e passato attraverso l’esperienza della morte. Non abbiamo, dunque, camminato con la croce, eppure lo abbiamo fatto, stando davanti a Colui che è crocifisso, risorto, presente e vivo, qui, adesso. Guardando a Lui nella Santissima Eucaristia guardiamo il Crocifisso, sebbene risorto e vivo. E il Crocifisso ci parla di una dimensione verticale e di una dimensione orizzontale.

La dimensione verticale è quella per la quale Gesù ha consegnato se stesso al Padre con fiducia e amore incondizionati. Ha detto «Sì» al Padre con tutto sé stesso. Non Gli ha negato nulla. Ha detto un “sì” di amore totale, assoluto. Ha amato il Padre sino alla fine.

Ma c’è anche una dimensione orizzontale. Perché sulla croce Gesù ha amato noi, anche noi. Ha detto un “sì” incondizionato a noi. Ha dato la vita per noi. Ci ha amato sino alla fine.

Il crocifisso, dunque, ci parla così. Parla di quell’amore sino alla fine che Gesù ha avuto per il Padre, parla di quell’amore sino alla fine che Gesù ha avuto per noi.

Il Crocifisso è un grande abbraccio, un abbraccio che Gesù dà al Padre, un abbraccio che dà a noi. Un abbraccio di amore infinito che Gesù dà al Padre e dà a noi.

In questo abbraccio Gesù dimentica sé stesso. In Lui contempliamo l’amore più grande: Egli è tutto di Dio ed è tutto per noi. Egli dimentica sé stesso.

Un giorno, un grande predicatore disse a proposito dello Spirito Santo: «Vedete, lo Spirito Santo in noi opera un capovolgimento totale. Voi sapete come procede il nostro linguaggio: iniziamo con l’io, poi continuiamo con il tu, e concludiamo con egli. Questo è il linguaggio degli uomini. Il linguaggio dello Spirito capovolge tutto, perché al primo posto mette Egli, poi mette il Tu e soltanto dopo mette l’Io».

Lì sulla croce lo Spirito Santo ci mostra il linguaggio di Dio in Gesù: prima Egli, Dio, il Padre; poi noi, il tu. E soltanto dopo l’Io, Gesù. E così non può che essere per noi. Nella misura in cui contempliamo e amiamo Gesù crocifisso, nella misura in cui chiediamo che venga in noi, e nella misura in cui lo Spirito Santo opera questo trapianto di vita e di cuore in noi, tra noi e Gesù, anche noi assumiamo un nuovo linguaggio: un abbraccio che, prima, diamo al Signore, un abbraccio che poi diamo agli altri, dimenticandoci di noi stessi.

Chiediamo questa grazia: di percorrere la via della croce, cambiando davvero il cuore e la vita, perché il cuore di Gesù sia il nostro, perché la vita di Gesù sia la nostra, perché quel linguaggio della Spirito, che è il linguaggio dell’amore, sia il nostro.

La via della croce questa sera l’abbiamo percorsa ricordando i martiri, coloro che per il Signore e per la fede hanno dato la vita e versato il sangue.

Chi è il martire? È colui che ama come il crocifisso, perché è colui che ama Dio sopra ogni cosa, è colui che ama sino alla fine gli altri e che si dimentica di sé.

Sant’Ignazio di Antiochia, mentre andava incontro al suo martirio e a morire per Gesù, diceva e scriveva: «Solo adesso comincio a essere tuo discepolo, Signore».

Ci accorgiamo di essere distanti dall’essere autentici discepoli del Signore!

Chiediamo la grazia, questa sera, di poter dire come Sant’Ignazio: «Comincio a essere tuo discepolo, Gesù, perché ho incontrato Te, il Risorto Crocifisso, perché ti ho contemplato, perché ho supplicato di avere la tua vita e il tuo cuore, perché ho invocato lo Spirito Santo che venga in me e mi trasformi, mi trasformi in Lui, nel Signore Gesù, mi trasformi in un riflesso dell’amore di Dio. Mi trasformi in amore».

Chiediamo anche l’intercessione dei Santi Martiri perché ci aiutino a vivere così la nostra fede.