Lectio Divina – Luca 2, 1-14 (traccia)

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Lectio Divina – Luca 2, 1-14 (traccia)

Lectio Divina – Luca 2, 1-14 (traccia)

Nascita di Gesù e visita dei pastori
Suore Ravasco

Il Vangelo della Messa della Notte di Natale

Lettura del testo

Analisi del testo

v. 1-2

  • Un dato storico che dona alla fede la caratteristica di un fatto, di un evento (non una dottrina o un’idea).
    A questo si aggiunga: un fatto che ci è donato e che non è opera nostra.
  • Ottaviano Augusto: Cesare aveva ottenuto questo titolo che lo indicava degno di adorazione, innalzandolo al rango divino. L’evangelista Luca sottolinea così la contrapposizione tra il regno umano e il regno di Dio. L’uomo esalta la sua grandezza, Dio la sua piccolezza.
  • Il censimento: strumento di carattere economico e politico, in funzione delle tasse e degli impegni militari. Indica il potere dell’uomo sull’uomo. Il Messia entra e nasce in questa storia di male: la luce nelle tenebre (le luci del Natale)

v. 3-4

  • La grande macchina del censimento mondiale rende possibile l’adempimento del piano di Dio, anche nel dettaglio. La storia universale è al servizio della storia della salvezza; il decreto di Augusto è soggetto al piano di Dio.
    Inoltre è affermata la fedeltà di Dio alla Sua parola e alla Sua promessa
    Michea 5, 1: “E tu, Betlemme di Efrata, così piccola per essere fra i villaggi di Giuda, da te uscirà per me colui che deve essere il dominatore in Israele…”.
    2 Sam 7: la grande promessa a Davide per bocca del profeta Natan

v. 6-7

  • La semplicità della descrizione della nascita di Gesù tende a sottolineare il mistero impressionante del Natale.
    Il Natale non è il giorno delle emozioni facili e superficiali; è il giorno di un sussulto carico di meraviglia e di stupore. Dio è presente in un bambino, nella carne debole di un neonato
  • Il termine “primogenito”: non solo è il primo frutto della madre, ma è anche consacrato a Dio (Es 13, 2: “Consacrami ogni essere che esce per primo dal seno materno tra gli Israeliti: ogni primogenito di uomini o di animali appartiene a me”).
    La verginità di Maria è ampiamente sottolineata da Luca e il primogenito è sempre tale anche se mancano altri figli. Un’iscrizione funeraria del 5 d.C. ritrovata in Egitto riguarda una giovane donna morta e si parla del suo primogenito, unico figlio.
  • La “mangiatoia” esprime l’abbassamento di Dio (annientamento paolino) e prelude già alle vicende successive: la grotta (attestata fin dal II sec.) della nascita e la grotta della tomba, le fasce della nascita e quelle della morte (le icone orientali), il legno della mangiatoia e il legno della croce. Anche l’albero di Natale.
    La relazione tra il Natale e la Passione. E’ lo stesso mistero che giunge al compimento. E’ la stessa passione d’amore di Dio per l’uomo che lega insieme gli avvenimenti della storia della salvezza. E’ lo stesso volto inedito di Dio che prende forma nella successione degli avvenimenti.
    La mangiatoia in riferimento all’Eucaristia e a Betlemme che significa “casa del pane”.
  • Non c’è posto nell’alloggio. Il dramma di cui parla Giovanni nel suo Prologo: “i suoi non l’hanno accolto”. E’ una espressione profondamente teologica e spirituale, oltre che una indicazione storica.
    Luca è un vero iconografo perché, con le parole, dipinge.
  • L’asino e il bue?
    Isaia 1, 3: “Il bue conosce il suo proprietario e l’asino la greppia del suo padrone, ma Israele non conosce, il mio popolo non comprende”.
    Ecco il significato teologico della presenza del bue e dell’asino nella grotta dei nostri presepi.

Tempo di silenzio

v. 8
Lo scenario cambia. Siamo nella regione dove un tempo Davide pascolava il gregge. Dopo mille anni ci sono ancora i pastori. Come al solito, di notte si radunano e, a turno, fanno la veglia sulle greggi.
Il loro era un mestiere utile, anche per fornire gli agnelli al tempio. Eppure erano disprezzati, perché non potevano osservare i dettagli della Legge a motivo del lavoro e perché li si riteneva ladri. Non potevano testimoniare in giudizio, come gli agenti delle imposte e i pubblicani.
Dio si rivolge proprio a loro: 1 Cor 1, 28: “Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato per ridurre a nulla le cose che sono”.
I pastori fanno la veglia: è l’atteggiamento giusto per accogliere l’annuncio di Dio.

v. 9-10
L’annuncio dell’Angelo è avvolto di luce, gioia e timore. Si tratta dell’autenticazione della presenza di Dio nella vita dell’uomo. Dio amico dell’uomo (luce e gioia), Dio davanti al quale si cade in ginocchio (timore).
L’annuncio della grande gioia che sarà per tutto il popolo: il richiamo all’evangelizzazione.

v. 11

  • Oggi. E’ nato allora, ma nasce anche oggi. La bellezza della Chiesa e della liturgia. Ormai il tempo in qualche modo non esiste più: Dio lo riempie tutto di Sé.
  • Salvatore: per l’uomo bisognoso di salvezza. Tutto l’anelito dell’uomo antico, che è poi l’uomo di sempre, che attende fuori di sé chi possa salvarlo.
  • Cristo Signore: quel bambino è proprio Dio. Oggi è nato Dio!

v.12
Per sempre, quello del bambino nella mangiatoia rimarrà il segno di Dio per l’uomo. San Luca lo ripete, perché questo è il cuore di tutto, della rivelazione di Dio, della storia , della vita dell’uomo.
Lc 9, 48: “il più piccolo tra voi, questo è il più grande”
La rivelazione di Elia sul monte Oreb: il soffio leggero

v. 13-14
Gloria a Dio e pace in terra: adorazione e salvezza. Gli Angeli lo sanno e lo indicano agli uomini nel momento della nascita del Salvatore. L’alleanza tra Cielo e  terra, l’arcobaleno della Genesi dopo il diluvio.

Tempo di silenzio 

Dalla Parola alla vita

  1. Un fatto da accogliere, una grazia cui affidarsi. Ecco perché la pretesa di Verità. Fieri della Verità ricevuta, testimoni della Verità
  2. Il piano di Dio e il piano degli uomini
  3. La rivelazione del Volto di Dio
  4. Chi è nel cuore del Signore
  5. Una gioia che è per tutto il popolo