La Pentecoste
Atti degli apostoli 2, 1-11
Suore Ravasco, 25 maggio 2012
L’approfondimento del testo
Il riferimento a tre pagine dell’Antico Testamento
- La teofania del Sinai (Es 19, 16-19)
In alcuni ambienti sacerdotali giudaici, Sadducei, già nel II secolo a.C. la festa agricola della pentecoste aveva assunto un significato nuovo: era la festa commemorativa dell’alleanza al Sinai.
Dopo la distruzione del tempio nel 70 d.C. anche la corrente dei Farisei diede un nuovo contenuto alla celebrazione biblica delle primizie del raccolto, celebrata sette settimane dopo la Pasqua (Es 34, 22). Si commemorava il dono della legge: ai piedi del Sinai viene convocato il popolo d’Israele assieme a tutti i popoli per ricevere la legge. L’accoglienza della legge è la condizione per una comunità rinnovata e santa. - Visione delle ossa aride (Ez 37, 1-14)
Il profeta viene condotto in una grande pianura colma di ossa di morti ed è invitato a parlare a queste ossa in nome di Dio. Alla parola del profeta le ossa aride si ricongiungono insieme: La carne pian piano cresce intorno alle ossa che non hanno ancora vita. Allora il Signore comanda e lo Spirito investe la moltitudine sterminata priva di vita, e la moltitudine scatta come un esercito pronto per la battaglia. - La torre di Babele (Gn 11, 1-9)
Gli uomini si erano riuniti contro Dio per la conquista del cielo. L’uomo non vuole rinunciare a essere Dio, ma vuole essere Dio contro Dio. E’ geloso di Dio, vede in Dio una minaccia alla sua autonomia. Dio lo distrugge con la confusione delle lingue e gli uomini sono divisi
L’analisi del testo
- V1:“Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste”
Vi troviamo il velato riferimento al compimento di una storia di promesse che raggiunge il suo vertice (cf At 1, 8: “… riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi …”)
“si trovavano tutti insieme nello stesso luogo”
La comunità cristiana che attende lo Spirito è caratterizzata dall’unità: sono tutti riuniti nello stesso luogo. Il dono dello Spirito, che come vedremo crea l’unità, in qualche modo anche la presuppone. La concordia nella preghiera è il presupposto del dono dello Spirito (cf At 1, 14: perseveranti e concordi nella preghiera). Il primato della preghiera sul fare.
Il popolo riunito nello stesso luogo rimanda al popolo riunito alle pendici del Sinai. - V2: “Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano”
Luca descrive l’esperienza dello Spirito utilizzando i simboli classici dell’azione potente e sovrana di Dio: il vento e poi il fuoco.
Lo Spirito viene dal cielo, è un dono di Dio, sfugge al controllo e alle manipolazioni umane (cf. Nicodemo).
Il vento è una forza che irrompe, scuote e dona la vita. L’esigenza di respirare l’aria pulita dello Spirito, sottraendosi all’aria inquinata del mondo.
Notare il verbo “riempire”. Il vento riempie la casa, come lo Spirito riempirà il cuore degli Apostoli. L’agire di Dio riempie l’uomo, solo quell’agire colma le attese dell’umanità. Ogni altra realtà è incapace di soddisfare la capacità e la ricerca dell’uomo.
C’è una pienezza che riguarda la persona in sé, ma c’è anche una pienezza che riguarda la persona in ordine alla predicazione: solo una parola che trabocca da una pienezza è la Parola di Dio. - V3: “Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi”
L’azione interiore e trasformante dello Spirito diviene esternamente una nuova capacità di comunicazione. “Chi presso di me è presso il fuoco” (Origene, Omelia su Geremia). Il fuoco che brucia e trasforma la vita. Il coraggio di lasciarsi bruciare. “Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! (Lc 12, 49). E’ il fuoco dell’amore di Dio.
– L’immagine delle lingue di fuoco proviene probabilmente dalla tradizione giudaica circa il dono della legge al Sinai. Secondo questa tradizione la voce di Dio si divise in più lingue, addirittura in 70 lingue perché tutte le nazioni potessero comprendere (70 si riferisce alle 70 nazioni del mondo elencate in Genesi 10).
Luca vuole sottolineare l’universalità che caratterizza il tempo dello Spirito e l’abilitazione profetica del nuovo popolo: tutti possono proclamare “le grandi opere di Dio” (At 2, 11).
Il tempo sognato dai profeti (cf. Gr 31, 31-34; Ez £6, 25-28) è divenuto realtà: lo Spirito scende a trasformare il cuore dell’uomo, la legge di Dio è scritta nel cuore.
– L’avvenimento è in ordine alla Parola. Lo Spirito Santo nella sua missione non compie altro che la concezione del Verbo. E’ per opera dello Spirito che ora la Parola di Dio, che è Cristo, si fa presente nel mondo. Come all’annunciazione lo Spirito aveva reso possibile il concepimento di Gesù nel grembo di Maria, così ora lo Spirito rende possibile in concepimento di Gesù nella vita della Chiesa. La storia della Chiesa non è altro che l’incarnazione che si prolunga nel tempo.
– Il riferimento a Ezechiele. Viene il vento e questi uomini divengono pronti alla battaglia. Prima raccolti fra loro al chiuso, ora hanno bisogno di uscire. Lo Spirito ha dato vita al nuovo Israele che ora risorge e cammina nel mondo. - V5: “Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo”
I rappresentanti del mondo giudaico sparso fra tutti i popoli sono presenti al fatto. L’indicazione di “ogni nazione che è sotto il cielo” sottolinea l’universalità di ciò che avviene.
La lista dei popoli indicati conferma una tale universalità: si spazia da nord a sud, da est a ovest. Gli ultimi due popoli citati sono gli Arabi e i Cretesi: la terra ferma e le coste/isole, ovvero ogni parte del mondo abitato. La Chiesa è cattolica, universale fin dalla sua origine; questa è la sua natura.
L’unità è il biglietto da visita della Chiesa. La dimensione della comunità particolare nella Chiesa universale; la dimensione dell’unità fraterna.
Il riferimento è il racconto della Genesi a proposito di Babele. L’umanità dispersa dopo il grande peccato ora è riunita per la forza dello Spirito. - V6: “… ciascuno li udiva parlare nella propria lingua”
Viene qui descritto un duplice fenomeno: quello della glossolalia e quello della comprensione che tutti hanno di quanto si dice.
La glossolalia indica il parlare ispirato e commosso che è dono dello Spirito del Signore, conseguente a una grande esperienza di Dio.
La comprensione che tutti hanno di quanto viene detto si riferisce a un linguaggio che è universale nel suo contenuto, perché si addice alla grandi attese del cuore umano.
In entrambi i casi sono “le grandi opere di Dio” a essere annunciate, il disegno di amore del Signore, la salvezza in Cristo. Il discorso successivo di Pietro andrà proprio in questa direzione. - V12-13: “… che cosa significa questo?” “Si sono ubriacati di vino dolce”
La reazione di stupore e la incomprensione. La Parola del Signore donata dallo Spirito continua a dividere come la spada evangelica. Le parole di Gesù trovano il loro fedele riscontro nella vita della Chiesa.
La Chiesa è Cristo nel tempo, il suo corpo nella storia. La vicenda della Chiesa degli inizi è la vicenda della Chiesa di sempre, perché il dono dello Spirito è permanente. Permanente è , dunque, tutto quanto la pagina degli Atti ci riferisce in merito alla prima Pentecoste.