Martedì 4 febbraio, monsignore:
Ascoltiamo la parola di Dio dal secondo libro di Samuele: “Allora il re fu scosso da un tremito, salì al piano di sopra della porta e pianse; diceva andandosene: Figlio mio Assalonne! Figlio mio, figlio mio Assalonne! Fossi morto io invece di te, Assalonne, figlio mio, figlio mio!”. Davide piange a motivo del figlio morto in battaglia. Prima che questa avesse inizio, il re aveva chiesto ai suoi soldati di non fare alcun male al figlio, anche se ormai suo nemico. In questa dolorosa vicenda, Davide rimane davanti a noi come esempio duplice. Da una parte è l’uomo dal cuore affranto, che trova rifugio e consolazione in Dio, Signore della storia e Provvidenza d’amore, sempre. Dall’altra è richiamo della paternità di Dio, che rimane fedele al proprio amore, anche nei confronti di quei figli che si sono rivoltati contro di Lui.
Attraverso Davide, dunque, la nostra meditazione e la nostra preghiera salgono a Dio.