Ascoltiamo la parola di Dio dalla prima lettera di san Paolo ai Corinzi: “Fratelli, non posso lodarvi, perché vi riunite non per il meglio, ma per il peggio. Innanzi tutto sento dire che, quando vi radunate in assemblea, vi sono divisioni tra voi, e in parte lo credo”. L’apostolo scrive alla comunità cristiana di Corino, avendo avuto notizie che il tempo della celebrazione eucaristica è vissuto nella divisione trai fratelli che condividono la stessa fede. Per questo interviene. E lo fa ricordando che la comunione al Corpo e al Sangue del Signore, quando è autentica, diviene sorgente di comunione tra tutti coloro che si sono nutriti del Risorto. Non è pensabile vivere il memoriale della morte e risurrezione del Signore lasciando che un elemento di divisione si insinui nelle relazioni fraterne. La verità della comunione con Cristo è provata dalla comunione tra fratelli. E la comunione tra i fratelli è la conseguenza della comunione con Cristo. Attorno all’Eucaristia si edifica la Chiesa quale mistero di comunione. Davvero l’Eucaristia fa la Chiesa, donandole la forza che viene dal Risorto perché viva nella carità e ne dia testimonianza al mondo. Da questo tutti sapranno che siamo i discepoli di Gesù.