Ascoltiamo la parola del Signore dagli Atti degli Apostoli: “La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune”. Questa descrizione della Chiesa, agli inizi del suo cammino storico, è molto bella. Ed è esemplare per ogni tempo della storia. La comunione dei beni materiali, che significa reciproco soccorso nelle difficoltà della vita, trova la propria radice viva nella comunione del cuore e dell’anima. Unica, infatti, e’ la fede e comune l’appartenenza al Signore e alla Chiesa. Da qui l’esperienza di una fraternità che viene custodita e alimentata dalla preghiera reciproca. Viviamo anche noi come i primi cristiani: attenti alle necessità dei fratelli e legati da una continua preghiera che accompagna e sostiene a vicenda ogni nostra giornata.
Ascoltiamo la parola del Signore dal Vangelo di san Giovanni: “Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose?”. Gesù riconosce a Nicodemo una qualifica, quella di maestro di Israele. Al riguardo è interessante notare che il dialogo tra i due avviene nella notte. La notte era il tempo nel quale i rabbini studiavano la Bibbia. In questo intenso dialogo, pertanto, possiamo forse anche vedere simboleggiato il cammino che Nicodemo è chiamato a fare per portare a compimento la propria qualifica di maestro: deve rivedere tutta la Scrittura alla luce di Gesù. Egli, infatti, è Colui che illumina ogni parola del testo sacro. Sant’Agostino si esprime così: “Il Nuovo Testamento è nascosto nell’Antico, mentre l’Antico è svelato nel Nuovo». Come a dire che Gesù è nascosto in ogni pagina dell’Antico Testamento e che l’Antico Testamento è svelato, in tutto il suo senso autentico, da Gesù.