Ascoltiamo la parola di Gesù dal Vangelo di san Matteo: “In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi…”. Le parole che il Signore rivolge ai discepoli sono rivolte anche a noi. Attira la nostra attenzione soprattutto l’ultima espressione: “Avete inteso che fu detto agli antichi”, alla quale fa seguito la parola decisiva: “Ma io vi dico”. La vita alla sequela del Signore appare esigente, altissima nella sua misura. Nessuno con le proprie forze potrebbe riuscire a viverla. Ma nulla è impossibile a Dio, la cui grazia ci permette di toccare le vette più alte della santità. Allora “Ma io vi dico” non fa più paura, ma diviene la porta d’ingresso nella vita vera, la vita di coloro che sono stati trasformati dall’amore del Signore e vivono in Lui, con Lui e per Lui.
Ascoltiamo la parola di Dio dal libro del profeta Ezechiele: “Così dice il Signore Dio: Se il malvagio si allontana da tutti i peccati che ha commesso e osserva tutte le mie leggi e agisce con giustizia e rettitudine, egli vivrà, non morirà. Nessuna delle colpe commesse sarà più ricordata, ma vivrà per la giustizia che ha praticato”. Come è consolante la parola profetica! Anticipa la piena rivelazione della Misericordia in Gesù Salvatore. Dio non ricorda le nostre colpe, quando siamo davvero pentiti e abbiamo l’umiltà di accostarci alla confessione per chiedere umilmente perdono. Capita, invece, che a volte siamo noi a non dimenticare le colpe commesse e far fatica a perdonarci. Ma questo non viene da Dio. Da Dio viene il pentimento sincero e l’esperienza della misericordia, con la pace che ne segue. Il tormento sterile viene, invece, da Satana, l’avversario della nostra vita, che vuol farci dubitare dell’amore di Dio.