Ascoltiamo la parola di Dio dagli Atti degli Apostoli: “All’udir tutto questo si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: Che cosa dobbiamo fare, fratelli? E Pietro disse: Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo”. In risposta alla predicazione di Pietro, coloro che ascoltano, trafitti nel cuore, chiedono che cosa devono fare. In questa domanda può esservi un errore di prospettiva e una tentazione nella quale possiamo cadere anche noi: pensare che la fede consista anzitutto in un fare, che essere cristiani si risolva in opere da compiere. La parola di Pietro è chiara. Il cuore della vita di fede è l’appartenenza a Cristo mediante il Battesimo, la continua conversione a Lui, l’esperienza del Suo amore e della Sua misericordia, l’opera incessante dello Spirito Santo in noi. Prima, pertanto, c’è il Signore Gesù e il nostro vivere in Lui e per Lui. Poi, il fare e le opere che ne sono conseguenza.
Ascoltiamo la parola del Signore dal Vangelo di san Giovanni: “In quel tempo, Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva”. Con questa annotazione, l’evangelista Giovanni sottolinea la situazione spirituale della Maddalena. La donna è triste, immobile, sopraffatta dal dolore per la morte di Gesù. Ma il Signore le appare, è vivo, è risorto! La scena evangelica cambia improvvisamente. Maria ora parla; anzi, alza la voce con entusiasmo: “Maestro!”. E poi inizia il suo viaggio, per andare ad annunziare ciò che ha visto e udito: il Signore vivo e la Sua parola di amore e di salvezza. Il “passaggio” interiore vissuto dalla Maddalena siamo chiamati a viverlo anche noi. A Pasqua, certamente! Ma anche a ogni incontro con Gesù. Perché Egli è sempre il Risorto, che cambia la vita di chi lo vede e lo ascolta.