Ascoltiamo la parola del Signore dal Vangelo di san Matteo: “In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli”. La parola di Gesù, che oggi ci è donata, ci permette di considerare una conseguenza luminosa della nostra appartenenza di fede. Essere figli del Padre che è nei cieli significa condividerne i sentimenti del cuore, l’ampiezza dell’amore. La verifica del nostro essere davvero discepoli di Gesù l’abbiamo proprio nella capacità di amare che progressivamente si fa spazio nel nostro cuore. Nel tempo della Quaresima mettiamo a tema delle nostre giornate l’amore del prossimo. Facciamolo con decisioni concrete. Allora in noi crescerà la gioia di condividere i palpiti del Cuore del Signore.
Ascoltiamo la parola di Dio dal libro del Deuteronomio: “Mosè parlò al popolo, e disse: Oggi il Signore, tuo Dio, ti comanda di mettere in pratica queste leggi e queste norme. Osservale e mettile in pratica con tutto il cuore e con tutta l’anima. Tu hai sentito oggi il Signore dichiarare che egli sarà Dio per te, ma solo se tu camminerai per le sue vie e osserverai le sue leggi, i suoi comandi, le sue norme e ascolterai la sua voce”. A conclusione della presentazione dell’intera legge di Dio, Mosè insiste nel dire al suo popolo che solo se sarà fedele a quella legge potrà fare esperienza della promessa di Dio. In effetti la terra non era soltanto un luogo da abitare. Era anche e soprattutto una vita da sperimentare. Un po’ alla volta Israele è condotto a capire che la vera terra promessa è la vita vissuta nella volontà di Dio. Anche per noi: il paradiso, che già su questa terra possiamo in qualche modo pregustare, è anzitutto il rimanere nel Signore, nel Suo amore e nella Sua volontà.