Ascoltiamo la parola di Dio dal libro del profeta Isaia: “Così dice il Signore: Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme a chi semina e il pane a chi mangia, così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca”. La splendida immagine, usata dal profeta, ci aiuta a cogliere l’opera che la parola del Signore compie nella nostra vita. È per questo che, nel tempo quaresimale, siamo invitati a un ascolto più prolungato della parola di Dio. In tal modo ci sarà possibile fare un’esperienza pasquale, perché quella Parola che avremo ascoltato con attenzione, meditato e custodito nel cuore, sarà in noi forza dirompente di vita nuova nella luce del Vangelo. Passeremo dal peccato alla grazia. La parola di Dio, infatti, opera in noi ciò che Egli desidera: la nostra santificazione.
Ascoltiamo la parola del Signore dal Vangelo di san Matteo: “In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro”. Nella preghiera del Padre nostro possiamo rilevare due dettagli. Il primo. È in Gesù che viene a noi rivelato il volto di un Dio che ci è Padre e al quale possiamo rivolgerci con intima familiarità e fiducia filiale. Senza Gesù il Cielo non sarebbe abitato da Dio, Padre di misericordia. Il secondo. Le domande della preghiera sono sette, richiamo ai sette giorni della creazione. Solo nella preghiera si ricrea la vita, perché solo nel dialogo con Dio ciascuno di noi ritrova la sua più vera identità e sperimenta la gioia dell’Amore che salva.