Ascoltiamo la parola di Dio dagli Atti degli Apostoli: “Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua; ed anche la mia carne riposerà nella speranza, perché tu non abbandonerai l’anima mia negli inferi, né permetterai che il tuo Santo veda la corruzione. Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la tua presenza”. L’apostolo Pietro, il giorno di Pentecoste, prende la parola e, all’interno del suo discorso, cita un salmo. In questo bellissimo testo è, in qualche modo, prefigurata la risurrezione del Signore. Per questo il salmista si rallegra, esulta ed è colmo di speranza. La sua anima non sarà abbandonata, egli non vedrà la propria corruzione. Dio sarà presenza di salvezza per sempre e riempirà il cuore con la gioia vera ed eterna. Ciò che descrive l’antico testo biblico è quanto possiamo affermare noi, nella pienezza della gioia pasquale. Gesù Cristo è risorto! Per noi è aperta la via della Vita. Esultiamo, dunque, e ci rallegriamo. La risurrezione del Signore è anche la nostra vittoria, il motivo di ogni nostra autentica speranza.
Ascoltiamo la parola del Signore dal Vangelo di san Matteo: “Allora Gesù disse loro: Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno”. Gesù si rivolge alle donne. È il mattino di Pasqua. Una parola è per loro: riguarda l’annuncio della risurrezione che deve essere subito comunicato. Quell’urgenza riguarda anche noi e il nostro tempo. Cristo risorto è la salvezza e la speranza del mondo! La secondo parola è per gli apostoli: devono tornare in Galilea dove lo vedranno. Galilea significa “anello”. Quella terra è stata teatro degli inizi della loro storia di amore con il Signore. Ora ne è l’apice. Questa storia è tutta di amore. Galilea, l’anello nuziale, ne è il sigillo. Anche la nostra storia con Gesù risorto sia tutta di amore. Un amore appassionato da riversare sul mondo.