Ascoltiamo la parola del Signore dagli Atti degli Apostoli: “Non aver paura; continua a parlare e non tacere, perché io sono con te e nessuno cercherà di farti del male: in questa città ho un popolo numeroso”. Questa parola viene rivolta a San Paolo, in un momento difficile della sua missione, mentre si trova a Corinto. Corinto era città profondamente pagana. Il Signore invita l’apostolo ad andare al di là delle apparenze: in molti c’è un cuore disponibile ad accogliere l’annuncio del Vangelo. È il lavoro silenzioso della grazia di Dio. Da qui la fiducia dell’apostolo. Da qui anche la nostra fiducia. Il Signore è con noi! Non stanchiamoci di proclamare con coraggio la Sua parola di salvezza.
Ascoltiamo la parola del Signore dal Vangelo di san Giovanni: “In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia. La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo”. Le parole di Gesù sono rivolte agli apostoli e ai discepoli, ma riecheggiano anche in ogni tempo della storia, ecclesiale e personale. Dunque, anche nella nostra. Il dolore in ogni sua forma viene illuminato di luce nuova. Anche quello relativo alla fatica di vivere il Vangelo in un mondo che lo contraddice. La luce nuova è data dall’immagine del parto. Ogni sofferenza, infatti, vissuta nella luce della fede e con amore, è come il parto spirituale che porta alla vita un mondo nuovo. Come la sofferenza amante di Gesù sulla croce, aurora di nuovi inizi in Dio.