Ascoltiamo la parola di Dio dal secondo libro delle Cronache: “Allora lo spirito di Dio investì Zaccaria, figlio del sacerdote Ioiadà, che si alzò in mezzo al popolo e disse: Perché trasgredite i comandi del Signore? Per questo non avete successo; poiché avete abbandonato il Signore, anch’egli vi abbandona. Ma congiurarono contro di lui e per ordine del re lo lapidarono nel cortile del tempio Signore”. La parola profetica è messa a tacere; quella parola disturba e, quindi, non deve più risuonare come monito alla conversione e al cambiamento della vita. Israele uccideva i profeti perché la loro parola chiedeva l’abbandono del peccato e del male. Anche noi, spesso, uccidiamo la parola di Dio quando si presenza a noi nella chiarezza della sua verità, perché ostacola i nostri progetti di male e la nostra mediocrità fatta di compromessi con lo spirito del mondo. La parola la s può uccidere contraddicendola. Ma la si può uccidere anche facendo finta di non averla udita.