Ascoltiamo la parola di Dio dal libro di Esdra: “Io, Esdra, all’offerta della sera mi alzai dal mio stato di prostrazione e con il vestito e il mantello laceri caddi in ginocchio e stesi le mani al mio Signore, e dissi: Mio Dio, sono confuso, ho vergogna di alzare la faccia verso di te, Dio mio, poiché le nostre colpe si sono moltiplicate fin sopra la nostra testa; la nostra colpevolezza raggiunge il cielo”. Nei giorni della grande gioia, Esdra non dimentica un passato di colpe e di miserie. In realtà, proprio la memoria di un passato oscuro rende ancora più bello il tempo presente, nel quale egli fa esperienza della Misericordia di Dio. Se grande, infatti, è la miseria del popolo, più grande è l’amore fedele di Dio. Così è anche per noi. La consapevolezza amara del nostro peccato diviene anche sempre l’occasione per magnificare la bellezza infinita dell’amore di Dio, sempre più grande del nostro povero cuore e sempre fedele alla Sua promessa di salvezza.