“Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”. Ascoltando queste parole angeliche rivolte ai pastori, torna alla mente ciò che scriveva Angelo Silesio, nella sua opera, “Il Pellegrino cherubico”: “Dipende solo da te: Ah, potesse il tuo cuore diventare una mangiatoia! Dio nascerebbe bambino di nuovo sulla terra”. Solo a questa condizione il Natale è veramente Natale!
Ascoltiamo una riflessione natalizia di Papa Francesco: “Il Natale è la festa della fede nei cuori che si trasformano in mangiatoia per ricevere Lui, nelle anime che permettono a Dio di far germogliare, dal tronco della loro povertà, il virgulto di speranza, di carità e di fede. Il Natale ci ricorda però che una fede che non ci mette in crisi è una fede in crisi; una fede che non ci fa crescere è una fede che deve crescere; una fede che non ci interroga è una fede sulla quale dobbiamo interrogarci; una fede che non ci anima è una fede che deve essere animata; una fede che non ci sconvolge è una fede che deve essere sconvolta. In realtà, una fede soltanto intellettuale o tiepida è solo una proposta di fede, che potrebbe realizzarsi quando arriverà a coinvolgere il cuore, l’anima, lo spirito e tutto il nostro essere, quando si permette a Dio di nascere e rinascere nella mangiatoia del cuore, quando permettiamo alla stella di Betlemme di guidarci verso il luogo dove giace il Figlio di Dio, non tra i re e il lusso, ma tra i poveri e gli umili”.