Ascoltiamo la parola di Dio dagli Atti degli Apostoli: “I discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo”. Così termina il brano degli Atti che oggi ci è presentato nella celebrazione liturgica. È quasi una definizione, nella quale è illustrata l’identità dei discepoli di Gesù. In questa identità siamo chiamati a rispecchiarci, per verificare se sia anche la nostra. Siamo pieni di gioia? È, questa gioia, radicata nella fede, ovvero nell’incontro con il Signore, nostra Salvatore? Siamo pieni di Spirito Santo? Siamo, cioè, ricolmi della vita stessa di Dio, sperimentando la bellezza di essere figli da Lui amati senza misura? Le domande suscitano in noi la preghiera. Infatti avvertiamo la necessità di chiedere al Signore il dono della gioia e dello Spirito Santo. Riempici, Signore, della gioia che viene da te! Riempici, Signore, del tuo Santo Spirito! Allora saremo davvero tuoi discepoli.
Ascoltiamo la parola del Signore dal Vangelo di san Giovanni: “Gli disse Filippo: Signore, mostraci il Padre e ci basta. Gli rispose Gesù: Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me?”. Filippo, nel porre la domanda a Gesù, esprime un proprio desiderio e, allo stesso tempo, si fa interprete del desiderio degli altri discepoli. È il desiderio di veder il volto del Padre, volto dell’amore che accoglie, custodisce, sostiene, genera la vita. Nelle parole di Filippo ascoltiamo l’eco della voce dell’intera umanità, alla ricerca del volto paterno di Dio, quale patria sperata per la propria vita e il proprio destino. Gesù, rispondendo al l’apostolo, dice la parola che apre il cuore alla gioia vera: “Chi ha visto me, ha visto il Padre”. Ora il cuore umano ha trovato il Suo riposo e la Sua casa.