Ascoltiamo la parola del Signore dal Vangelo di san Matteo: “In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?”. Pietro, rivolgendosi a Gesù, in merito al tema del perdono, pensa di essere stato molto generoso: “fino a sette volte sette”. Ma il Signore lo corregge e aggiunge: “fino a settanta volte sette”, indicando così una misura che è senza misura. Dove sta la radice di una tale capacità di perdono, che ciascuno di noi può e deve avere nei confronti dei fratelli? Nell’amore di misericordia che in Dio è smisurato verso di noi. Quando sperimentiamo la grandezza infinita del perdono del Signore, veniamo toccati in profondità, il nostro cuore si scioglie e assume, per grazia, una capacità nuova: quella di perdonare nello stile di Dio. Viviamo nella gioia del perdono!
Ascoltiamo la parola di Dio dal libro del profeta Daniele: “Ora ti seguiamo con tutto il cuore, ti temiamo e cerchiamo il tuo volto, non coprirci di vergogna. Fa’ con noi secondo la tua clemenza, secondo la tua grande misericordia. Salvaci con i tuoi prodigi, da’ gloria al tuo nome, Signore”. È bellissima questa supplica! Ne è autore Azaria, in un momento tragico della storia di Israele. È lo stesso Azaria a ricordarlo nel suo rivolgersi a Dio: “Ora, invece, Signore, siamo diventati più piccoli di qualunque altra nazione, oggi siamo umiliati per tutta la terra a causa dei nostri peccati”. In questa dolorosa situazione Azaria si rivolge a Dio con grande fiducia. Non presentando qualche particolare merito, ma ricordando la misericordia di Dio e affidandosi al Suo amore infinito. È la fedeltà di Dio a questa misericordia e a questo amore che rende certa la nostra speranza, davvero incrollabile la fede con cui preghiamo.