Ascoltiamo la parola di Dio dagli Atti degli Apostoli: “In quei giorni, arrivarono a Cesarèa il re Agrippa e Berenìce e vennero a salutare Festo. E poiché si trattennero parecchi giorni, Festo espose al re le accuse contro Paolo, dicendo: C’è un uomo, lasciato qui prigioniero da Felice, contro il quale, durante la mia visita a Gerusalemme, si presentarono i capi dei sacerdoti e gli anziani dei Giudei per chiederne la condanna”. Nel brano si sta parlando di San Paolo. Ciò che attira l’attenzione è la similitudine tra quanto accade all’apostolo e quanto vissuto da Gesù. È intentato un processo, voluto dai Giudei e portato avanti dai Romani, al fine di condannare Paolo. La similitudine contiene anche un messaggio: il discepolo ripercorre la strada del Maestro, il discepolo vive come il Maestro. Chiediamo per noi la grazia di poter essere sempre trasparenza della presenza di Gesù con la nostra stessa vita.
Ascoltiamo la parola del Signore dal Vangelo di san Giovanni: “Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?… Seguimi”. Nel bellissimo dialogo tra Gesù e Pietro emergono tre aspetti della vita cristiana che, in questo giorno ormai prossimo alla Pentecoste, chiediamo allo Spirito Santo di donare anche noi. Anzitutto il nome. Gesù chiama Pietro per nome, a ricordare che all’inizio della fede c’è sempre un incontro personale e coinvolgente, che si protrae per tutta la vita. Poi la triplice domanda sull’amore, a ricordare che la fede è una riposta di amore sempre più intensa all’amore infinito del Signore. Infine l’invito alla sequela, a ricordare che solo nell’adesione alla parola del Signore si realizza nella verità ciò che è iniziato nell’incontro ed è vissuto nell’amore. Vieni Santo Spirito e donaci la gioia di una fede radicata nell’incontro, alimentata dall’amore, realizzata nella sequela.