Il brano dal vangelo di san Matteo è molto suggestivo, soprattutto a motivo di due particolari presenti nel racconto.
Un primo particolare riguarda san Giuseppe. In poche righe, per ben tre volte, si dice che egli ricevette in dono la parola del Signore, si alzò, prese con sé il bambino e sua madre, e fece come gli aveva ordinato l’angelo inviato da Dio. Nell’atteggiamento di Giuseppe possiamo osservare quanto è chiamato a vivere ogni autentico discepolo del Signore. Il discepolo, infatti, è colui che ascolta con attenzione la parola di Dio; quindi si alza con il desiderio di seguire, con prontezza, l’indicazione ricevuta in quella parola; e, infine, si mette in cammino portando con sé il bambino e la madre. Giuseppe compie il viaggio della vita sempre con Gesù e Maria.
Un secondo particolare riguarda le antiche profezie. Anche in questo caso, in poche righe, esse vengono citate più volte. In tal modo gli accadimenti del tempo presente vengo letti alla luce della Scrittura: “perché si compisse”. Ogni accadimento, infatti, ha un “perché” e serve al compiersi del disegno dell’amore di Dio. Ciò che all’apparenza sembra contraddire una storia di salvezza, in realtà non fa altro che realizzarla fedelmente. Dio non viene meno alla Sua promessa e si serve anche delle azioni cattive degli uomini per portarla a compimento.