Ascoltiamo la parola del Signore dal Vangelo di san Matteo: “Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: Che cosa vuoi?”. Gesù pone questa domanda alla donna; in verità, attraverso di lei, la pone ai suoi figli, che discutevano tra loro chi fosse il più importante. Sentiamola, pertanto, rivolta a noi quella domanda, per essere aiutati a verificare in profondità che cosa davvero vogliamo. Il nostro volere, il nostro desiderio sono in sintonia con il volere e il desiderio di Dio? Cerchiamo, perlomeno, di fare in modo che la nostra volontà aderisca a quella del Signore. In questa adesione sta il centro della nostra vita di fede e la verità del nostro amore di Dio. Quando si ama, infatti, si aderisce alla vita dell’altro, fino a diventare una cosa sola con lui. Possa avvenire questo anche per noi in relazione a Gesù.
Ascoltiamo la parola di Dio dal libro del profeta Geremia: “I nemici del profeta dissero: Venite e tramiamo insidie contro Geremìa, perché la legge non verrà meno ai sacerdoti, né il consiglio ai saggi né la parola ai profeti. Venite, ostacoliamolo quando parla, non badiamo a tutte le sue parole”. In mezzo al popolo, Geremia è una presenza fastidiosa. E fastidiosa è la sua parola. Presenza e parola del profeta, infatti, sono un continuo richiamo alla fedeltà a Dio e alla Sua alleanza, un invito ad abbandonare stili di vita e modi di pensare che nulla hanno a che vedere con la volontà del Signore. Quanto è fastidiosa anche per noi, a volte, la parola del Signore, che viene a mettere in questione una mediocrità nella fede a cui abbiamo fatto l’abitudine. Lasciamoci salutarmente turbare dalla parola del Signore, non diventiamo sordi all’ascolto, non rimaniamo indifferenti, non contristiamo in noi l’invito alla conversione che Dio ci rivolge.