Ascoltiamo la parola di Dio dal libro di Giobbe: “Giobbe aprì la bocca e maledisse il suo giorno. Prese a dire: Perisca il giorno in cui nacqui e la notte in cui si disse: È stato concepito un maschio! Perché non sono morte fin dal seno di mia madre e non spirai appena uscito dal grembo?”. Le parole di Giobbe riflettono una situazione di grande angoscia spirituale e di enorme sofferenza fisica. Sono il riflesso dell’esperienza del dolore nella vita dell’uomo di ogni tempo. In tale situazione emerge la grande domanda: “Perché?”. È la domanda che attraversa i secoli e che abita ogni cuore umano toccato dal dolore. La grazia della salvezza in Gesù, crocifisso e risorto, comporta anche il dono di un senso nuovo che viene dato al dolore, in relazione al peccato entrato nel mondo e al piano divino della redenzione. Senza Cristo il perché sul male rimane senza riposta. In Cristo anche il male trova il proprio inserimento del disegno provvidenziale e di amore che Dio ha sull’uomo e sulla storia.