Ascoltiamo la parola del Signore dal Vangelo di san Matteo: “Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete”. Le parole di Gesù ci aiutano a valutare, nel segno del sano discernimento, la verità o la falsità di coloro che intendono insegnare nel nome di Dio. Il criterio fondamentale è costituito dai “frutti”. Ma che cosa si intende per frutti? Certamente si possono intendere le opere compiute da coloro che insegnano nel nome di Dio. Una vita che risulti essere in sintonia con la parola è un segno favorevole alla bontà del profeta. Ma con i “frutti” si può anche intendere la verità di quanto viene insegnato e la sua piena armonia con il deposto della fede custodito dalla Chiesa. I “frutti buoni”, pertanto, riguardano sia le opere che il pensiero. E il vero profeta, che non è un lupo rapace, lo si riconosce per la compresenza in lui e delle opere buone e del pensiero buono.