Ascoltiamo la parola del Signore dal vangelo di san Marco: “In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli andarono di nuovo a Gerusalemme. E, mentre egli camminava nel tempio, vennero da lui i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: “Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l’autorità di farle?”. A questa domanda, insidiosa e ingannevole, Gesù non risponde. La sua parola intende semplicemente mettere in luce la malizia presente nell’animo di chi lo interroga. Quando il cuore di chi chiede non è puro, la risposta dal Signore non arriva. Quando, invece, il cuore del richiedente è un cuore puro e innocente, subito gli è donata la risposta. Siamo chiamati a verifica: come interroghiamo Dio? Chiediamo la grazia di vivere nella semplicità del bambino, che porge la domanda con innocenza, senza la volontà di ingannare o la pretesa di ottenere. Chiediamo la grazia di essere anime semplici che supplicano con fiducia, certi della bontà paterna di Dio.