Ascoltiamo la parola di Dio dagli Atti degli Apostoli: “Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: Non è giusto che noi lasciamo da parte la parola di Dio per servire alle mense. Dunque, fratelli, cercate fra voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola”. I Dodici, considerando le necessità della comunità cristiana e consapevoli del primato da dare alla preghiera e all’annuncio del Vangelo, decidono di scegliere alcuni collaboratori, il cui compito sarà anzitutto il servizio della carità. Il racconto sembra, alla fine, indicare che la decisione viene benedetta dal Signore, infatti “la parola di Dio si diffondeva e il numero dei discepoli a Gerusalemme si moltiplicava grandemente”. La fecondità della Chiesa è sempre legata al primato dato a Dio, con la preghiera e il servizio della Parola, da cui non può che derivare la donazione generosa e anche eroica nella carità.
Ascoltiamo la parola del Signore dal Vangelo di san Giovanni: “Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!». Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti”. Così termina la pagina evangelica nella quale i discepoli si trovano momentaneamente soli, in mare, sopra la barca. Il mare in tempesta rappresenta anche il percorso complesso della vita, le difficoltà che ogni uomo è chiamato ad affrontare lungo il cammino dell’esistenza. Gesù si avvicina. Nelle Sue parole “Sono io” ascoltiamo una rassicurazione: quella della Sua vicinanza. Ma anche la proclamazione del Suo essere Dio. I discepoli lo accolgono sulla barca e la loro traversata giunge a buon fine, la vita approda in luogo sicuro. Gesù, il Signore, è la risposta agli enigmi della vita! Gesù, il Salvatore, è Colui che ci conduce a sicura destinazione, vincendo ogni tempesta.