L’incontro tra Gesù e la donna peccatrice, narrato dal Vangelo di Giovanni, viene ripreso da Sant’Agostino, che lo commenta da par suo conducendo il lettore a considerare come al centro della scena evangelica si ritrovino “la misera e la misericordia”. In quella scena può facilmente entrare come protagonista anche ciascuno di noi; infatti, tutti portiamo nel cuore il segno della miseria e tutti siamo raggiunti dai raggi splendenti della misericordia.
Sant’Agostino non usa mai a caso i termini. In questa circostanza vuole farci intendere che la miseria della donna, e dunque anche la nostra, rimangono avvolte nella misericordia del Signore, sempre più grande di ogni nostra infedeltà e di ogni nostro peccato.
L’icona biblica ci porta al centro e al cuore della rivelazione: in effetti tutta la storia della salvezza può essere letta in questa prospettiva. Parafrasando ancora Sant’Agostino, si potrebbe con fondamento affermare che ad ogni parola della Scrittura è possibile affiancare la parola “misericordia”. In verità, se tutta la Bibbia potesse tramutarsi in una parola griderebbe all’umanità tutta e a ogni uomo: “Dio ti ama con amore di misericordia!”.
Dal momento in cui Dio ha pensato a una storia nella quale sarebbe stato possibile il peccato a motivo della libertà donata all’uomo, in quello stesso momento Dio ha pensato a una storia di misericordia. Ritorniamo, in proposito, a quella pagina della Genesi nella quale, appena dopo il dramma della caduta, Dio accenna al mistero della donna che schiaccerà la testa al serpente: “Io porrò inimicizia fra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno” (Gn 3, 15). Non troviamo, forse, in queste parole misteriose e profetiche la realtà della misericordia di Dio per l’umanità? Proprio nel momento in cui l’uomo e la donna fanno esperienza del peccato e della tragedia che ne consegue, risuona per loro la parola che apre nuovi orizzonti di speranza: e questa parola è parola di misericordia.
Santa Teresa di Lisieux era solita dire che se la misericordia consiste soprattutto nel perdono del peccato, in realtà la stessa misericordia si manifesta anche nella grazia della prevenzione dal peccato. Con questa riflessione la Santa faceva in qualche modo riferimento a sé e alla grazia riservatale di non aver mai commesso un solo peccato mortale. Nello stesso tempo, però, si riferiva anche al mistero della vita di Maria, concepita senza peccato in virtù di Cristo Salvatore e per un disegno mirabile di misericordia. Tutti, davvero tutti siamo sotto il segno della misericordia di Dio!
Si pensi ancora al tema dell’alleanza che, nell’Antico Testamento, assume sempre più i contorni dell’amore sponsale tra Dio e il popolo. I tratti dell’amore sponsale, narrati da Osea e dai profeti, che rileggono la storia passata del popolo di Israele e si proiettano nella futura, rivelano che solo la misericordia consente a quell’amore di rimanere in vita, nonostante i ripetuti e gravissimi tradimenti che si verificano. Così il profeta, con tratto di penna che rivela intima commozione e intensa meraviglia, scrive: “Perciò, ecco, io la sedurrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore… Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nell’amore e nella benevolenza, ti farò mia sposa nella fedeltà e tu conoscerai il Signore” (2, 16. 21-22). Viene qui descritta la rinascita stupenda dell’antico vincolo di amore che il popolo aveva fatto di tutto per spezzare. Ma la misericordia di Dio è sempre più grande.
Si pensi anche, nel contesto del Nuovo Testamento, ai misteri della nostra salvezza: al Natale, alla Pasqua, attraverso le vicende della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù, alla Pentecoste. Tutto in verità, a ben vedere, rimane avvolto nella misericordia di Dio; di un Dio che si fa bambino, che si fa umiliato e crocifisso, che risorge, che invia lo Spirito, che raduna la sua Chiesa… Attraverso questi misteri si realizza il disegno della salvezza di Dio in Cristo, come disegno di misericordia infinita.
Come è bello, a titolo esemplificativo, il quadro degli avvenimenti descritto dall’evangelista Marco al momento della morte di Gesù in Croce! Proprio in quel momento, quando Dio sembra negato nel suo morire in Cristo, il centurione riconosce nel Crocifisso il Figlio di Dio. Il volto di Dio, in altre parole, si rivela compiutamente in tutta la sua bellezza nel momento della manifestazione della misericordia infinita.
Si pensi infine, con un unico sguardo capace di fare sintesi, alla pagina della Genesi prima ricordata e a quella dell’Apocalisse, con cui il testo biblico volge alla sua conclusione: “Chi ha sete, venga; chi vuole, prenda gratuitamente l’acqua della vita” (22, 17). Non è difficile trovarvi un rinvio eloquente al mistero della Croce e al Cuore squarciato di Gesù, da cui promanano sangue e acqua per la vita del mondo, origine dei sacramenti della Chiesa. Quei sacramenti sono segni efficaci della grazia e della misericordia di Dio.
Davvero conserva tutta la sua verità la metafora, usata spesso da Papa Giovanni Paolo I per descrivere la storia dei rapporti tra Dio e l’uomo: “L’uomo scappa e Dio lo rincorre”. E’ proprio così. Ed è per questo che nell’oscurità della storia umana brilla sempre una luce alla fine vittoriosa. Questa luce traccia nel cielo del mondo e del cuore umano una parola che è una realtà: misericordia.
E’ così che solo nella misericordia troviamo il vero volto di Dio. Proprio come accadde a Pietro, che riconobbe il vero volto del Signore nella drammatica notte del tradimento, quando al peccato del suo apostolo Gesù non rispose con il castigo ma con uno sguardo di misericordia che riconquistò il cuore del pescatore di Galilea.
Allo steso modo, solo nella misericordia ritroviamo il nostro vero volto. E’ come se imparassimo il linguaggio vero della vita, scritto nella creazione, nella storia, nel cuore dell’uomo. Di misericordia abbiamo infinitamente bisogno e fino a tanto che non ci accorgiamo di questa verità ci è impossibile trovare la via vera della vita autentica e piena: per i singoli e per la società.
A questa verità ci riporta la bella Festa della Divina Misericordia, celebrata da tutta la Chiesa, per volontà di San Giovanni Paolo II, la II Domenica dopo Pasqua. A questa verità ci riconduce il prossimo Anno Santo della Misericordia, voluto da Papa Francesco e che inizierà il giorno della solennità dell’Immacolata, il prossimo 8 dicembre.