Articolo per il “Cittadino”, Settimanale Diocesano di Genova
La mia è una semplice ma sentita testimonianza. La esige il caro Silvio (il “Commendatore”, come ero solito chiamarlo simpaticamente ben prima che il titolo gli fosse ufficialmente riconosciuto), per ciò che è stato e per ciò che ha operato nella Chiesa a Genova; lo esige il mio cuore di amico da antica data, che avverte in questo momento il dolore di un distacco da un affetto che è possibile definire fraterno.
La Provvidenza ha voluto che dopo averlo visitato a metà del mese di luglio, presso l’Ospedale di San Martino, l’abbia rivisto il giorno della chiamata al Cielo del Signore, il 10 agosto. Ho avuto modo di dire a tanti che lo hanno conosciuto e gli hanno voluto bene che ora abbiamo un amico in più presso il Signore. Di questo ne sono convinto in modo particolare per me, al quale Silvio non ha mancato mai di dimostrare grande affetto e fedele amicizia.
Sono tanti i motivi di gratitudine che conservo nel cuore pensando a Silvio, non ultimo il servizio prezioso, puntuale, gentile e discreto che ha prestato nella segreteria dell’Arcivescovo di Genova, negli anni in cui svolgevo il compito di segretario. Proprio in quegli anni abbiamo approfondito la reciproca conoscenza ed è nata un’amicizia sincera che ci ha accompagnato nel tempo.
Mi è caro dare voce al tanto bene che egli ha operato, con la testimonianza seria e cordiale di vita cristiana, la devozione alla Chiesa e ai suoi Pastori, il servizio sempre generoso alla nostra amata Diocesi di Genova. Uomini di fede come Silvio sono tanto preziosi quanto rari.
Ho colto come una delicatezza del Signore il fatto che egli ci abbia lasciato nel giorno di San Lorenzo, lui che tanto ha amato la Cattedrale di Genova, che tanto si è prodigato per essa e che sempre l’ha portata nel suo cuore generoso, anche quando ha smesso di prestarvi servizio. Quel servizio che ha svolto, con passione e competenza, per lunghi anni, fin da quando iniziò la sua collaborazione con il compianto Mons. Giovanni Pedemonte.
Tra le molte caratteristiche di Silvio mi piace segnalare il suo amore per la liturgia. Quanto si è impegnato perché le celebrazioni in Cattedrale avessero i tratti di quella bellezza e di quella solennità che si addicono al culto da rendere a Dio! Ora la liturgia alla quale partecipa è quella del Cielo, dove la bellezza e la solennità hanno la loro forma vera e definitiva, dove la gioia si perde nell’eternità. Quella gioia che per Silvio tentiamo di immaginare e che per noi osiamo sperare.