Ritiro di Avvento
Benedettine del Santo Volto
La docilità allo Spirito Santo
Il segreto della santità consiste nell’abbandono allo Spirito Santo. Solo Dio è Santo, e nella misura in cui l’uomo lascia spazio a Dio nella propria vita fa esperienza della santità: “Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me”.
- La presenza dello Spirito Santo: sant’Agostino afferma che lo Spirito Santo è quasi l’anima della nostra anima.
- La docilità alla Sua azione: san Giovanni della Croce scrive che “In nostra Donna non vi fu operazione che non fosse di Spirito Santo”.
La purificazione del cuore
Perché lo Spirito Santo abiti in noi e possa compiere la Sua opera si richiede la purificazione del cuore. Solo un cuore puro vive in docilità all’opera dello Spirito. Rimane sempre vero che la misura dell’azione dello Spirito in noi è proporzionata alla purezza del nostro cuore. Alla fatica di primi passi succede il volo del cammino successivo.
Che cosa ostacola, anzitutto, l’azione dello Spirito? Non tanto i nostri peccati, quanto l’amore che abbiamo al nostro peccato. Diceva santa Bernadette: “A Dio non dispiacciono i nostri peccati purché non li amiamo”. San Francesco di Sales e la domanda in ordine al detestare il proprio peccato.
San Francesco di Sales chiama questa condizione: “la santità del cuore”. Quando vi è questa santità del cuore, che odia ciò che contraddice la volontà di Dio, lo Spirito può operare liberamente.
Pensiamo alla predicazione di San Giovanni Battista e al modo in cui siamo chiamati a vivere questo tempo di Avvento.
Pensiamo all’arpa. Lo Spirito è il dito della destra di Dio. Vuole suonare le corde di quell’arpa che è il nostro cuore. Ma perché il suono venga emesso in tutta la sua armonia è necessario accordare l’arpa, la purificazione del cuore.
L’azione dello Spirito Santo in noi
Come possiamo capire quando lo Spirito opera nella nostra vita? Da tre segni, ai quali bisogna poi aggiungerne un altro, decisivo.
- La fedeltà
Lo Spirito Santo si presenta a noi nel segno della perseveranza fedele nel tempo. L’instabilità non viene da Dio, anche perché significa sottrarsi alla Sua mano
- La gioia
Lo Spirito produce una dilatazione dell’anima, e questa dilatazione implica la gioia.
“Il freddo, diceva, san Serafino di Sarov, è il segno del demonio”. E san Francesco di Sale: “Un santo triste è un triste santo”. E san Francesco di Assisi: “La tristezza è il male di Babilonia”.
- La pace
Lo Spirito porta la pace nel cuore. L’anima avverte un’ansia sempre più viva di perfezione, ma nella pace profonda, perché ha trovato in Dio il suo fondamento.
A questi segni è, però, necessario aggiungerne un ultimo: Gesù.
Lo Spirito Santo, infatti porta a Gesù, ad amare Gesù. L’azione dello Spirito, infatti, è quella di operare l’incarnazione del Verbo. Lo Spirito Santo opera i n noi, unendoci a Gesù, rendendo sempre più esclusivo l’amore per Gesù. Lo Spirito Santo ci appassiona al Signore e alla Sua Chiesa. “Per me vivere è Cristo”. Egli diviene il nostro mondo. Con Santa Teresa di Gesù: “Vivo in tale oblio di me stessa, che non ricordo nemmeno di esistere”.
I doni dello Spirito Santo
Lo Spirito Santo agisce i noi mediante i Sui doni. Dice san Tommaso che questi doni rendono le nostre operazioni quasi divine. Lo Spirito ci dona l’istinto dello Spirito di Dio. Siamo portati a un’altra altezza di vita, quella soprannaturale.
- L’intelletto
Ci aiuta a penetrare i misteri di Dio e ad averne una conoscenza più viva. La penetrazione diviene così semplice da sembrare naturale. - La Sapienza
Trasforma tutta la nostra vita in un gusto di Dio. L’anima gode di Dio, lo assapora, si distende nella Sua pace.
Al riguardo è forse necessario rivedere il nostro modo di intendere la rinuncia. Perché avvertiamo il peso della rinuncia? Perché la Sapienza non la abbiamo ancora del tutto accolta e sperimentata. Avverte il peso della rinuncia chi non ha ancora gustato la dolcezza di Dio. Pensate alla “spazzatura” in san Paolo, o al “tutto e nulla” di san Giovanni della Croce. Se abbiamo qualche rimpianto questo significa che non siamo ancora dentro l’amore di Dio. Agli altri alcune cose possono sembrare rinuncia, ma a chi la vive appare una liberazione. Chi ha il dono della Sapienza avverte come un peso i beni di questo mondo. - La Scienza
Dona la capacità di usare le creature di questo mondo in modo che non siano di ostacolo al cammino verso il Signore. Tutto diviene mezzo di santificazione non impedimento: i beni presenti, il vestito, la casa, la vita comune, la cella. Tutte le creature sono ambigue: possono portarci a Dio o distoglierci. - La Fortezza
Ci mantiene fedeli nella prova, nella tentazione; ci rende idonei a compiere grandi cose per il Signore.
E’ necessaria una forza dall’alto per sostenere persecuzioni, desolazioni, incomprensioni; per vivere la virtù in modo eroico.
Solo la Fortezza ci permette di vivere portando su di noi il peso del peccato del mondo, il peso dei peccati dei nostri fratelli. Come si può vivere la Passione di Gesù, entrare nel Cuore di Gesù in Croce senza il dono della Fortezza? - La Pietà
Vivere nella fede è vivere in relazione a Dio. Ma come farlo se Egli è Fuoco? Spesso ci difendiamo: pensiamo alle nostre paure di Dio. “Fin qui va bene, ma oltre no. Lasciamo in pace”. Più si entra nell’amore e più aumenta l’esigenza dell’amore. Dio è Colui a cui non basta mai.
Il dono della Pietà ci rende edotti della bontà di quel Fuoco, della bellezza di quella fiamma bruciante. Ci rende bambini che si lasciano abbracciare dall’Amore di Dio senza timore. - Il Timore di Dio
Ci aiuta a conservare il senso della trascendenza di Dio e a non cadere nell’abitudine che tutto rende banale. - Il Consiglio
La capacità di vedere che cosa è giusto, sempre e in ogni situazione: per se stessi e per gli altri
Abbiamo considerato 7 doni. Ma sono davvero 7? Sette è il segno della pienezza. Lo Spirito è tutta la vita di Dio in noi.
Questo sia il nostro cammino di Avvento.