Ascoltiamo la parola di Dio dal libro del profeta Ezechiele: “Mi fu rivolta questa parola del Signore: Figlio dell’uomo, ecco, io ti tolgo all’improvviso cole che è la delizia dei tuoi occhi: ma tu non fare il lamento, non piangere, non versare una lacrima”. Il gesto del profeta è altamente simbolico: gli è sottratta la moglie amata e i suoi occhi non versano lacrime, egli appare insensibile a quanto accade. E’ quanto sta avvenendo in mezzo al popolo di Israele: non vi è più un’adesione sincera e sentita a Dio, Egli non è più il centro e il cuore della vita del popolo. Dio è dimenticato e non se ne avverte più il desiderio. A tanto è giunta la depravazione di Israele, il suo smarrimento. Lasciamoci interpellare anche noi dal gesto profetico di Ezechiele e consideriamo come tante volte nella nostra vita si riproponga lo stesso atteggiamento dell’antico popolo. Siamo distanti da Dio, Egli non è più il centro della nostra vita personale e collettiva, la Sua parola non è ascoltata, la Sua presenza non è desiderata. La parola di Ezechiele sia, ancora oggi, invito alla conversione e al ritorno a Dio.