IV Domenica di Avvento
Maria, che in fretta raggiunge la cugina Elisabetta, portando nel proprio grembo il Signore Gesù, è per tutti noi anche l’esempio nell’annuncio del Vangelo. La vita di Maria, santificata dalla presenza del Verbo fatto carne in lei, ci ricorda la necessità della santità personale nella missione della trasmissione della fede.
Scrive san Paolo VI nell’Esortazione apostolica “Evangelii nuntiandi”: “Tacitamente o con alte grida, ma sempre con forza, ci domandano: Credete veramente a quello che annunziate? Vivete quello che credete? Predicate veramente quello che vivete? La testimonianza della vita è divenuta più che mai una condizione essenziale per l’efficacia profonda della predicazione. Per questo motivo, eccoci responsabili, fino a un certo punto, della riuscita del Vangelo che proclamiamo… Il mondo, che nonostante innumerevoli segni di rifiuto di Dio, paradossalmente lo cerca attraverso vie inaspettate e ne sente dolorosamente il bisogno, reclama evangelizzatori che gli parlino di un Dio, che essi conoscano e che sia loro familiare, come se vedessero l’Invisibile. Senza questo contrassegno di santità, la nostra parola difficilmente si aprirà la strada nel cuore dell’uomo del nostro tempo, ma rischia di essere vana e infeconda”.