Al fine di richiamare i cristiani di Efeso a una vita più coerente con la fede professata, san Paolo esorta alla preghiera: “Siate invece ricolmi dello Spirito, intrattenendovi fra voi con salmi, inni, canti ispirati, cantando e inneggiando al Signore con il vostro cuore”. E’ decisivo, per la nostra vita, ritornare sempre alla forza e alla grandezza della preghiera.
Il futuro beato Federico Ozanam, allora giovane e in crisi di fede, improvvisamente entrò, in cerca di conforto, in una chiesetta gotica di Parigi e vide in ginocchio, nella penombra del luogo sacro, la veneranda figura di un vegliardo. La esaminò attentamente e la riconobbe: era Ampère, il famoso scienziato. Lo contemplò a lungo, in muto raccoglimento, e quando uscì si mise sui suoi passi e lo seguì fin nel suo studio. “In quale questione di fisica posso esservi utile, giovanotto?” – domandò l’illustre uomo. “Io sono studente di lettere e mi duole di essere un vero ignorante nelle scienze. Vengo da lei, professore, per una questione di fede”. “Non è il mio forte” – risponde umilmente lo scienziato -; “comunque, sarei felice d’esservi utile”. “Mi dica professore, è possibile essere così grande e pregare ancora?”. Lo scienziato, un po’ stupito e con labbra tremanti di commozione, rispose: “Figliolo, io sono grande solo quando prego!”.