V Domenica di Quaresima
È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. L’ascolto di queste parole di Gesù, che adombrano il mistero della sua risurrezione, non può trovarci distratti o superficiali. Sono parole che cambiano la storia umana e la vicenda del mondo. Sono parole che risuonano nel cuore di ogni uomo e di fronte alle quali non si può rimanere neutrali. Accoglierle, infatti, cambia per sempre l’esistenza. Il fatto che Gesù sia risorto da morte è il cuore e il centro della nostra fede.
Così scrive sant’Agostino: Nella risurrezione di Cristo la nostra fede trova il suo stabile fondamento. Alla passione di Cristo credono anche gli empi, ma alla risurrezione di Cristo credono solo i cristiani. Noi, pertanto, siamo i figli della risurrezione. La nostra vita, pertanto, conosce la gioia vera. Nella Liturgia ambrosiana c’è una frase stupenda: Renderò nota la potenza del mio nome attraverso la letizia dei loro volti. Possa davvero essere così, perché non valga l’obiezione che Nietzche rivolgeva ai cristiani: Io crederei all’esistenza del Salvatore se voi aveste una faccia da salvati.