Ascoltiamo la parola di Dio dal libro del profeta Isaia: “Così dice il Signore: Ecco, io creo nuovi cieli e nuova terra; non si ricorderà più il passato, non verrà più in mente, poiché si godrà e si gioirà sempre di quello che sto per creare, poiché creo Gerusalemme per la gioia, e il suo popolo per il gaudio. Io esulterò di Gerusalemme, godrò del mio popolo”. Per bocca del profeta il Signore promette una stagione nuova nella vita del Suo popolo. Finalmente sarà la gioia, con nuovi cieli e nuova terra. Come è consolante ascoltare questa voce! Essa risuona anche per noi, che la ascoltiamo anzitutto come indicante una realtà presente nella nostra vita, dal momento che il Signore Gesù è già la stagione nuova realizzata per noi. D’altra parte quella voce è anche annuncio di un’eternità beata che ancora attendiamo. La attendiamo con certa speranza perché Dio è sempre fedele alla Sua promessa.
Ascoltiamo la parola del Signore dal Vangelo di san Giovanni: “Il funzionario del re gli disse: Signore, scendi prima che il mio bambino muoia. Gesù gli rispose: Va’, tuo figlio vive. Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino. Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: Tuo figlio vive!”. Nel dialogo tra Gesù e il funzionario del re emergono soprattutto due particolari. Il primo è quello della fede, espressa dalle parole di un padre angosciato. Egli crede davvero e con tutto il cuore che Gesù possa operare la guarigione del figlio. Noi crediamo con la stessa fiducia di quell’uomo? La nostra preghiera è caratterizzata dalla stessa fede incrollabile? Il secondo particolare è quello del cammino. In funzionario, infatti, dopo aver ascoltato la parola di Gesù “si mise in cammino”. Il suo fu anche un cammino del cuore. E noi? L’ascolto della parola del Signore mette in cammino la nostra vita, in un cammino di santità?