XXXII Domenica del Tempo Ordinario
“Ha sete di te, Signore, l’anima mia”. Quanto ripetiamo nel ritornello del salmo domenicale esprime la preghiera che nasce spontanea nel cuore umano che si pone davanti a Dio.
Educhiamo la nostra preghiera alla scuola di santa Elisabetta delle Trinità: “La preghiera deve essere fatta:
1. Con attenzione. È chiaro, bisogna riflettere a quello che si chiede. Se siamo distratti dobbiamo ricondurre lo spirito alla presenza di Dio. Nel caso che la distrazione sia involontaria, la preghiera conserva tutto il suo valore, sebbene il cuore ne ritragga meno consolazione.
2. Con umiltà. Anche noi siamo un po’ come il buon Dio. Se vediamo una persona fiera, orgogliosa, tutta piena di sé, le voltiamo le spalle. Teniamoci alla presenza di Dio, quando lo preghiamo, come la Cananea.
3. Con confidenza. Quando chiediamo una grazia a Dio, gli diciamo: ‘Ti chiedo questa grazia, ma so bene che non puoi farmela’. Se non proprio con le labbra, almeno con il cuore, diciamo così a Dio. Quale ingiuria! Tutte le nostre preghiere vengono esaudite, nessuna va perduta. Solo che Dio talvolta ci fa aspettare, oppure, se domandiamo una cosa temporale che può nuocere alla nostra anima, non ce la concede. Non sarebbe più una grazia. Mio Dio, io voglio pregare con queste tre qualità, soprattutto con fiducia e confidenza. Non mi scoraggerò mai, ti importunerò finché non mi avrai esaudito!”.