Parola della Domenica: “Dire Trinità significa dire Carità”

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Parola della Domenica: “Dire Trinità significa dire Carità”

Parola della Domenica: “Dire Trinità significa dire Carità”

Santissima Trinità, anno A

In questa Domenica la Chiesa festeggia la solennità liturgica della Santissima Trinità, centro e cuore della nostra fede perché centro e cuore del mistero di Dio rivelato in Gesù.

Dire Trinità significa dire Carità e, pertanto, significa aderire alla verità di Dio che è tutto Amore, tutto Dono, tutto per noi. In questo senso, nel giorno in cui celebriamo il segreto più intimo della vita di Dio, contempliamo con meraviglia e gioia il Suo volto e, insieme, ne consideriamo le conseguenze per la nostra vita personale e comunitaria.

Contempliamo il volto di Dio Trinità. E ancora una volta scopriamo che in Lui vi è la rivelazione di un’amicizia eterna che dona fondamento e pace alla nostra esistenza. Non siamo soli in questo mondo. Neppure siamo in balia di forze sconosciute e avverse. Non è oscurità paurosa il cielo sopra di noi.

Come avvenne a Mosè sul monte Sinai, dove “il Signore scese nella nube, si fermò là presso di lui e proclamò il nome del Signore”, allo stesso modo, in Gesù, Dio viene a noi e si rivela alleato fedele della nostra vita, desideroso di renderci partecipi della Sua splendente intimità, familiari del Suo eterno e infinito amore.

Consideriamo le conseguenze di una tale contemplazione. La vita ha un senso e il senso della vita consiste nell’amore. E tutto quello che non è amore è destinato al completo fallimento e alla più triste nonché totale insignificanza. Quale rivolgimento nelle priorità quotidiane e nella lista di ciò che è da ritenere davvero essenziale!

Quale conversione all’amore scaturisce dall’incontro salvifico con il Dio di Gesù Cristo, Santissima Trinità!

Prolunghiamo la nostra meditazione, trasformandola in preghiera con l’aiuto di Santa Elisabetta della Trinità:

“O Fuoco consumatore, Spirito d’amore,
scendete sopra di me,
affinché si faccia della mia anima come un’incarnazione del Verbo,
ed io sia per Lui un’aggiunta d’umanità
nella quale Egli rinnovi tutto il suo mistero.
E Voi, o Padre,
chinatevi sulla vostra piccola creatura,
copritela con la vostra ombra, e non guardate in lei che il Diletto
nel quale avete riposto tutte le vostre compiacenze.
O miei TRE, mio Tutto,
mia Beatitudine, Solitudine infinita, Immensità in cui mi perdo,
mi consegno a Voi come una preda.
Seppellitevi in me, perché io mi seppellisca in Voi,
in attesa di venite a contemplare, nella vostra luce,
l’abisso delle vostre grandezze”.