Ascoltiamo la parola di Dio dagli Atti degli Apostoli: “Essi allora se ne andarono via dal sinedrio, lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù”. San Luca, l’autore degli Atti degli Apostoli, così sottolinea l’atteggiamento degli Apostoli in seguito alla flagellazione, subita per amore del Signore e del Suo nome. L’episodio ci interroga, dal momento che spesso proviamo vergogna per il nome di Gesù, avvertiamo la Sua presenza ingombrante in un mondo ostile o indifferente, passiamo sotto silenzio la nostra adesione al Vangelo per timore di essere “oltraggiati a motivo del nome di Gesù. Domandiamo la grazia del coraggio nella fede, dell’audacia nella testimonianza, del sano orgoglio di essere e dirci discepoli del Signore.
Ascoltiamo la parola del Signore dal Vangelo di san Giovanni: “Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini”. Il ragazzo con i pani d’orzo doveva essere povero. Quello dei ricchi era il pane bianco. Eppure la povertà di quel ragazzo diventa una grande ricchezza nel momento in cui si trova nelle mani di Gesù. Osservando ciò che accade nella pagina della moltiplicazione dei pani sembra di ascoltare il Magnificat di Maria: “Ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote”. Quando abbiamo la generosità e il coraggio di affidare al Signore il poco che abbiamo e che siamo, sperimentiamo nella gioia le meraviglie di grazia che Egli compie in noi e attraverso di noi.