II Domenica di Pasqua
Siamo giunti alla seconda Domenica di Pasqua, ultimo giorno dell’Ottava di Pasqua e Domenica detta della Misericordia. Il senso profondo di questa giornata lo possiamo ritrovare nella “pace”, il grande dono che il Signore risorto fa ai Suoi apostoli il giorno stesso della Risurrezione.
In effetti, la pace evangelica segna il superamento della separazione tra l’uomo e Dio, della separazione tra uomo e uomo, della separazione tra uomo e creazione. Nella pace del Risorto si realizza la salvezza, comunione dell’Amore, che è Dio e che viene da Dio.
D’altra parte è proprio la pace evangelica l’affermazione più grande della misericordia. E’, infatti, la misericordia infinita del Cuore del Signore la sorgente viva da cui scaturisce il dono della pace, che è salvezza, l’unica vera salvezza dell’umanità.
Non dimentichiamo, pertanto: Misericordia, Salvezza, Pace. In questa Domenica celebriamo nella gioia questo inestimabile dono.
Il Vangelo di san Giovanni racconta anche la vicenda di san Tommaso. Ecco come la commenta san Gaudenzio di Brescia, Vescovo:
“San Tommaso, dopo la risurrezione di Cristo,
fu il solo a desiderare e il solo a ottenere di toccare
le membra di Cristo con mani certo curiose, ma sicuramente degne.
Veniva infatti da un ardente desiderio,
non dall’incredulità, che dicesse ai suoi condiscepoli,
i quali avevano veduto il Signore in sua assenza:
Se non vedrò e toccherò, non crederò.
Era effettivamente molto timoroso
di non godere pure con gli occhi,
colui che credeva nel cuore;
di essere privato della visione di quella luce,
dalla quale gli altri apostoli si gloriavano di essere stati illuminati.
Apparve per la seconda volta agli apostoli,
per soddisfare il desiderio di Tommaso;
fu utile anche agli altri il suo desiderio;
lui poi non ha meno degli altri vedendo Cristo dopo.
Compensa infatti la perdita del non aver veduto prima
con il vedere combinato al toccare.
Se proprio fosse stato incredulo, come pensano alcuni,
Cristo non si sarebbe degnato di apparirgli dopo la propria risurrezione.
Che fosse assente, che abbia chiesto più volte
con una certa insistenza di vedere e toccare il Signore,
tutto questo veniva disposto per la nostra salvezza,
perché con più evidenza conoscessimo
la verità della risurrezione del Signore,
che san Tommaso, dopo essere stato provvidenzialmente rimproverato,
per la sua necessaria curiosità,
conferma, dicendogli: Signore mio e Dio mio”.