Mercoledì della Settimana Santa.
Ascoltiamo la parola di Dio dal libro del profeta Isaia: “Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come i discepoli. Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro”. Il profeta vive l’esperienza dell’opera che Dio fa nella sua vita: gli apre l’orecchio, lo rende cioè attento e capace di capire la parola che Egli gli rivolge. Ma ecco la bellissima collaborazione di Isaia: “non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro. Anche nella nostra vita il Signore opera, aprendoci le orecchie perché possiamo ascoltarlo e capirlo. Potessimo, come Isaia, dire anche noi con verità che non opponiamo resistenza, che non ci tiriamo indietro! In questi santi giorni, nei quali rinnoviamo la contemplazione, stupita e gioiosa, dell’amore di Dio per noi, formuliamo con decisione l’impegno ad aderire sempre alla Sua volontà e alla Sua parola di Vita.
Ascoltiamo la parola del Signore dal Vangelo di san Matteo: “Ed egli (Gesù) rispose: Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato! Giuda, il traditore, disse: Rabbì, sono forse io? Gli rispose: Tu l’hai detto”. Alla viglia del Santo Triduo Pasquale, ancora una volta rimaniamo in ascolto di un vero dramma: quello del tradimento di Giuda. Le parole usate da Gesù, al riguardo, sono molto forti. Ci fanno intendere la terribile gravità del peccato dell’uomo. Se non entriamo dentro la serietà tragica del peccato non possiamo poi rimanere stupiti e commossi per la grandezza della misericordia di Dio. Non si esalta la misericordia se si sottace la gravità della colpa. Anche il nostro peccato è sempre un terribile dramma. Ma la croce segna la vittoria dell’amore di Dio anche sul nostro peccato. L’Amore è più forte della morte.