Ascoltiamo la parola di Dio dal libro dell’Esodo: “In quei giorni, il Signore disse a Mosè: Va’, scendi, perché il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d’Egitto, si è pervertito. Non hanno tardato ad allontanarsi dalla via che io avevo loro indicato! Si sono fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono prostrati dinanzi”. Le parole rivolte da Dio a Mosè rivelano il grande peccato di Israele. Alle pendici del Sinai, quel popolo decide di affidarsi a un idolo, una divinità prodotta dalle sue mani. Dio, infatti, appare distante e le Sue opere non corrispondenti alle attese. Ecco, allora, l’idolo, una divinità che può essere gestita a piacimento, perché prodotta dall’uomo a sua misura, non più capace di sorprendere e di rimanere al di là delle nostre attese. La fede vera non consiste nell’imprigionare Dio dentro i nostri criteri umani, ma nell’arrendersi a Lui con tutto il cuore.
Ascoltiamo la parola del Signore dal Vangelo di san Giovanni: “Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato”. Gesù si rivolge ai Giudei. Ma, come sempre, le Sue parole valgono per tutti e valgono per noi. Perché nella Sua parola è la parola eterna di Dio che si rivolge all’uomo di ogni tempo. Per quale motivo i Giudei non ascoltano davvero la voce del Signore? Per quale motivo non vedono il Suo volto? E come mai la Sua parola non rimane in loro? La ragione di questo consiste nella mancanza di fede. Non credono davvero in Dio e in Colui che Egli ha mandato. Non è forse così anche per noi? Non riusciamo ad ascoltare la voce del Signore, siamo incapaci di contemplarne il volto, la Sua parola non rimane nel nostro cuore perché abbiano poca fede. Non crediamo davvero! Il nostro vero dramma è la poca fede. Signore, aumenta la nostra fede!