Ascoltiamo la parola di Dio dal libro del profeta Osea: “Sarò come rugiada per Israele; fiorirà come un giglio e metterà radici come un albero del Libano, si spanderanno i suoi germogli e avrà la bellezza dell’olivo e la fragranza del Libano”. Come è bella questa immagine, con la quale Osea comunica al suo popolo ciò che gli accadrà quando finalmente tornerà al Signore! Aver abbandonato il Signore, aver tradito l’alleanza è stato il motivo di ogni sciagura e di ogni dolore. Il ritorno a Dio sarà, invece, la radice di una nuova fioritura di vita. Mentre stiamo percorrendo il cammino della conversione quaresimale, ascoltiamo questa parola con grande consolazione e gioia. L’itinerario del ritorno a Dio riempirà il nostro cuore della pace vera e renderà feconda la nostra vita. Come afferma Sant’Agostino: Dio dona la Sua stessa bellezza a chi torna a Lui amandolo.
Ascoltiamo la parola del Signore dal Vangelo di San Marco: “In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: Qual è il primo di tutti i comandamenti? Gesù rispose: Il primo è: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso”. La risposta di Gesù alla domanda dello scriba ci conduce al cuore della fede. Nei due comandamenti indicati dal Signore, infatti, sono come condensati un dono inestimabile di grazia e una responsabilità altissima di santità. Il dono: in virtù della grazia noi possiamo davvero amare Dio e il prossimo. La responsabilità: sull’amore di Dio e del prossimo si misura la verità della nostra fede. Ascoltando, pertanto, la parola evangelica di oggi, siamo grati al Signore per il Suo dono e riprendiamo il nostro cammino desiderosi con tutto il cuore di vivere in pienezza il duplice comandamento dell’amore.