Ascoltiamo la parola di Dio dal libro del Deuteronomio: “Mosè parlò al popolo e disse: Ora, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno, affinché le mettiate in pratica, perché viviate ed entriate in possesso della terra che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi”. Le parole ascoltate sono tra le ultime dette da Mosè, prima della sua morte. Egli per tutta la vita è stato in ascolto della voce di Dio e per tutta la vita si è fatto tramite di questa voce presso il Suo popolo. Una antica tradizione rabbinica racconta che, al termine dei suoi giorni, Mosè morì sulla “bocca di Dio”. In questo modo si voleva far intendere che il grande condottiero d’Israele aveva vissuto sempre alla luce della parola del Signore, fino all’ultimo suo respiro. Anche noi possiamo e dobbiamo morire sulla bocca di Dio, rimanendo sempre in ascolto di quella Voce, l’unica capace di saziare la sete del cuore.
Ascoltiamo la parola del Signore dal Vangelo di san Matteo: “In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto”. In queste parole pronunciate da Gesù c’è forse una contraddizione con altre che annunciano il superamento della Legge? In realtà no, nessuna. Il Signore parla di un compimento della Legge. In Lui, infatti, si realizza il passaggio da una legge scritta su tavole di pietra a una legge scritta nel cuore. La Parola di Dio, pertanto, non è più un dovere esterno e irrealizzabile da portare come un peso, ma un dono impensabile d’amore che cambia il cuore e la vita. L’impossibile è divenuto possibile. Siamo figli di Dio amati! Questo è il compimento! Questa è la salvezza.