Il brano evangelico che ascoltiamo oggi è tratto dal vangelo di san Matteo. Gesù, parlando ai discepoli, dona loro una splendida definizione, con la quale li identifica, indicando anche la specifica missione alla quale sono chiamati: “Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa”.
Nel segno della luce, dunque, il cristiano trova la propria identità. In effetti, colui che ha incontrato la Luce della Vita, che è il Signore, e da quella Luce è stato salvato, non può che riconoscersi in quella Luce che egli stesso è divenuto. Per questo, nell’antichità, il Battesimo era chiamato “sacramento dell’illuminazione” e i battezzati “illuminati”.
Nel segno della luce, però, il cristiano ritrova anche la propria missione. Sì è divenuti luminosi della Luce che è Cristo per portare luce nel mondo, a tutti e senza distinzione. Il discepolo di Gesù è luce per illuminare.
Riflettiamo, in proposito, con l’aiuto di un testo del grande teologo Henry De Lubac: “Ciò che accade alla Chiesa, accade anche a ciascuno di noi in particolare. I suoi pericoli sono i nostri pericoli. Le sue lotte sono le nostre lotte. Se, in ognuno di noi, la Chiesa fosse più fedele alla sua missione, essa sarebbe spesso, come il suo Maestro, certamente più amata; sarebbe più ascoltata: ma sarebbe anche senza dubbio, come lui, più misconosciuta e perseguitata. I cuori sarebbero svelati in una luce più cruda e lo scandalo scoppierebbe con maggiore violenza; ma da questo scandalo deriverebbe al cristianesimo un nuovo slancio, perché ‘nei tempi in cui è oggetto dell’odio del mondo il cristianesimo è forte e irrompente come non mai’ (Ignazio di Antiochia). Il ribasso dell’anticlericalismo, di cui si è soliti rallegrarsi, potrebbe anche non essere un buon segno… Potrebbe anche significare che coloro attraverso ii quali la Chiesa è conosciuta, pur proponendo ancora al mondo apprezzabili valori, si sono conformati a esso, ai suoi ideali, alle sue consuetudini, ai suoi costumi.
Sicché avrebbero cessato di essere inquietanti. Che il sale possa diventare scipito, il vangelo ce lo ha detto abbastanza chiaramente; e se noi – mi riferisco alla grande maggioranza – viviamo pressoché tranquilli in mezzo al mondo, è segno forse che siamo intiepiditi”.